Luana, l’inchiesta entra nel vivo Via agli interrogatori degli indagati

La prossima settimana prevista la convocazione da parte degli inquirenti della titolare e del manutentore dell’orditura dove il 3 maggio è morta l’operaia di 22 anni. Riprenderà anche la perizia sui macchinari

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La prossima sarà una settimana importante per le indagini sulla morte di Luana D’Orazio, l’operaia di Agliana morta il 3 maggio scorso a 22 anni mentre lavorava a un orditoio in una fabbrica di Oste di Montemurlo. Nei prossimi giorni, salvo imprevisti, dovrebbero compiersi due momenti rilevanti per l’inchiesta della procura di Prato. Il primo momento: la prosecuzione della perizia tecnica direttamente in fabbrica sui due orditoi messi sotto sequestro. Finora i periti di procura, difesa e familiari di Luana hanno lavorato sul macchinario simile ma non identico a quello che ha ucciso la giovane mamma di un bambino di 5 anni. Ora ad essere sottoposto ad analisi dovrebbe essere l’orditoio della morte, smontato il 3 maggio dai vigili del fuoco per rimuovere il corpo e finora non rimontato né messo in movimento. Nel corso della perizia sul secondo orditoio, la griglia di protezione contrariamente a quanto avrebbe dovuto, non si sarebbe mai abbassata nel corso della lavorazione. Un particolare che ha sollevato sospetti su una presunta alterazione dei sistemi di sicurezza della macchina. In questi giorni, i periti stanno studiando a fondo i manuali di funzionamento degli orditoi prodotti da una azienda tedesca.

Secondo momento delle indagini atteso per la prossima settimana: l’interrogatorio dei due indagati, Luana Coppini, titolare della fabbrica teatro dell’incidente mortale, e Mario Cusimano, tecnico manutentore esterno alla ditta di Oste. Nei loro confronti, la procura diretta da Giuseppe Nicolosi ha formulato le ipotesi di reato di omicidio colposo e rimozione e omissione dolosa delle cautele antinofrtunistiche. Luana Coppini ha partecipato ai funerali dell’operaia e dopo il dramma si è mostrata estremamente turbata, tanto da consigliare gli inquirenti a rimandare l’interrogatorio in una seconda fase. Che, appunto, sarebbe ormai prossima.

Intanto, nei giorni scorsi in un’azienda tessile di Montale sono state poste sotto sequestro tre macchine dello stesso tipo di quella che ha provocato la morte di Luana D’Orazio. Il provvedimento è stato preso nel corso di un’operazione interforze decisa dal prefetto pistoiese Iorio nell’ambito della tutela della sicurezza del lavoro e dell’ambiente. Tra i numerosi controlli, è stata eseguita anche un’ispezione a un’orditura montalese da parte dei tecnici dell’Asl con personale dell’Ispettorato del lavoro e dei carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro. Il controllo avrebbe rilevato l’esistenza di possibili irregolarità in tre dei cinque orditoi della ditta. I tre macchinari sono stati sottoposti a sequestro preventivo ed è stata trasmessa alla procura di Pistoia una denuncia per inottemperanza alle nome in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.