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L’ospedale più grande "Intitolare la palazzina a Luigi Biancalani" Lunedì la prima pietra

La proposta sarà presentata domani a Biffoni dall’associazione. Punto di incontro, dalla Misericordia e dall’Ordine dei medici di Prato. Un riconoscimento all’impegno del compianto vicesindaco .

Lunedì 31 luglio partirà l’ampliamento dell’ospedale con la costruzione della palazzina esterna. Simbolicamente una giornata importante che passa come "la posa della prima pietra" di un’opera di edilizia sanitaria attesa: è prevista la partecipazione del governatore Eugenio Giani. Domani, alla vigilia di una data che segna la svolta tanto sospirata, una delegazione composta da Associazione Punto d’Incontro, Arciconfraternita della Misericordia e Ordine dei medici di Prato incontrerà il sindaco Matteo Biffoni per presentare la proposta di intitolare a Luigi Biancalani, il vicesindaco e assessore alla sanità del Comune di Prato oltre che presidente della Società della salute area pratese scomparso un anno fa, la nuova palazzina.

L’idea di dedicare a "Gigi" Biancalani la palazzina esterna sarà avanzata dalla delegazione composta per Punto d’Incontro dal presidente Gianni Taccetti e da Antonello Giacomelli, per la Misericordia dal proposto Gianluca Mannelli e dal provveditore Carlo Scardazzi, per l’Ordine dei medici dal presidente Guido Moradei e dal dottor Giuseppe Magro. L’invito che i rappresentanti delle tre associazioni consegneranno a Biffoni è che sostenga con la Regione Toscana, e quindi con l’Asl Toscana Centro, la proposta di dedicare la nuova struttura a "Gigi" Biancalani. Assessore alla sanità e vicesindaco, Proposto della Misericordia, presidente dell’Ordine dei medici, Biancalani è stato una figura di spicco del mondo cattolico impegnato in politica e nel sociale, apprezzato e stimato in città per la sua competenza e la sua disponibilità. Un uomo e un politico che fino all’ultimo giorno della sua vita è stato in prima linea per rendere Prato una città in grado di offrire più servizi appropriati, specialmente in ambito sociale e sanitario, al fabbisogno di una comunità ’esplosa’ nei numeri. Non solo: da tempo circola l’ipotesi di un’altra intitolazione per quanto riguarda il futuro reparto oncologico, che sorgerà all’interno della struttura. L’idea della Fondazione Pitigliani è di puntare al nome dell’oncologo Angelo Di Leo, scomparso prematuramente due anni fa.

Quello di un ospedale "nato piccolo" nell’ambito della rete dei quattro nuovi presidi ospedalieri voluti dalla Regione Toscana - Prato, Pistoia, Lucca e Massa - è storia che affonda le radici ormai a più di due lustri fa. Il Santo Stefano, ospedale concepito per intensità di cura prevedendo un potenziamento dei servizi sanitari territoriali, è stato inaugurato nel 2013. E fin da subito è stato motivo di scontro per il numero esiguo di posti letto, ritenuti insufficienti principalmente dalle forze politiche di minoranza avverse al governatore toscano (allora c’era Enrico Rossi). Il progetto del nuovo ospedale non teneva conto di una crescita esponenziale della città tessile ed era tarato su un tipo di risposte non più attuali.

Decisivo per le sorti del Santo Stefano è stato nel 2016 l’intervento di Antonello Giacomelli, allora sottosegretario allo sviluppo economico del Governo di Matteo Renzi: l’onorevole, oggi commissario dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), sollevò il coperchio sulla delicata questione tanto da definire, durante un incontro pubblico, inadeguato il nuovo ospedale al fabbisogno della città. Un attacco frontale all’allora governatore Enrico Rossi con il quale Giacomelli metteva il dito nella piaga di un ospedale "nato piccolo" con pochi posti letto in rapporto alla città. Insomma una situazione non accettabile che richiedeva una risposta concreta verso la seconda città della Toscana.

Giacomelli riaccese l’attenzione su un problema che ha ancora oggi ricadute sul servizio reso ai cittadini. Il suo intervento aprì la strada all’impegno del Governo Renzi a finanziare l’opera con fondi statali (10 milioni dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica). A luglio dello scorso anno l’Asl Centro ha indetto la gara d’appalto europea per l’affidamento dei lavori, vinta dalla romana Nbi (Nuova Busi impianti) spa. L’area del cantiere è stata consegnata dall’Asl alla Nbi il primo giugno scorso; la durata dei lavori prevista è di 875 giorni (la conclusione è fissata per ottobre 2025). Il primo scavo riguardo l’estensione dei parcheggi per i dipendenti. Nel frattempo il costo della grande opera è lievitato, anche per via dei rincari delle materie prime e dell’energia: si parla di 25 milioni e mezzo di euro, di cui 10 milioni del Cipe e 9 milioni ex articolo 20 della legge 6788, quella dell’edilizia sanitaria.

Infine, la vasca di espansione per la messa in sicurezza dell’area ospedaliera sembra che sia in dirittura di arrivo, dopo i rallentamenti dovuti ad eventi atmosferici avversi oltre che alle difficoltà legate al reperimento di materiali nel periodo Covid e post Covid.

Sara Bessi