Lo sfasciacarrozze abusivo rivendeva auto sequestrate

Acquistava veicoli per pochi spiccioli e li smontava per poi spedirli in Romania. Denunciato un uomo di 40 anni. Sigilli a un vasto capannone a Santa Lucia.

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Dopo le estetiste, i parrucchieri, i dentisti, gli ambulatori medici e le attività commerciali di ogni genere, tutte abusive, adesso spunta pure lo sfasciacarrozze illegale. Un uomo che aveva messo in piedi un sistema truffaldino per rottamare i veicoli vecchi senza averne però l’autorizzazione. Il giro d’affari messo in piedi era molto redditizio a giudicare dall’enorme quantità di pezzi di auto e targhe ritrovati nell’officina abusiva.

A dimostrazione che l’illegalità non si ferma, ma anzi raggiunge ogni ambito commerciale e lavorativo. A scoprire il centro di rottamazione illegale è stata la polizia stradale di Prato, diretta dal commissario Andrea Coppini, al termine di una articolata attività di indagine. Il capannone, con tanto di vasto piazzale annesso (circa duemila metri quadrati), era stato trasformato da un cittadino romeno (I.C., 40 anni) in un centro di rottamazione auto. L’attività illegale veniva esercitata alla luce del sole senza che il suo gestore si preoccupasse di nascondere quello che faceva in quell’enorme area di via Dino Campana a Santa Lucia. Secondo quanto appurato dai poliziotti che hanno condotto le indagini, per aggirare le severe norme che regolano questo tipo di attività, l’uomo aveva chiesto l’autorizzazione a esercitare il commercio on line di veicoli usati. Peccato che non avesse internet e nemmeno un computer con il quale poter svolgere la vendita dei veicoli. Il suo scopo era naturalmente un altro. Quando hanno fatto irruzione nel fabbricato, gli agenti della Stradale hanno trovato accatastati nel capannone molti rifiuti derivanti dallo smontaggio delle auto, insieme a un centinaio di veicoli pronti per essere demoliti o spediti illegalmente in Romania.

Il romeno smontava le macchine, molte delle quali sotto sequestro per motivi fiscali, comprate per pochi spiccioli, e poi rivendeva pezzo pezzo quello che c’era di buono. Il tutto senza nessuna dichiarazione e senza pagare nulla al fisco. Il giro d’affari gestito dal quarantenne era importante: sono state trovate centinaia di targhe e carte di circolazione e anche un carro attrezzi con cui l’uomo prelevava le automobili dismesse. Le auto non circolanti venivano smontate e vendute come ferro, anche se al Pra risultavano ancora in circolazione. Nessuno si preoccupava di dichiarare che quei veicoli non esistevano più e che le targhe erano state dismesse arbitrariamente dall’uomo. Che alla fine dell’attività di indagine è stato denunciato e tutto il capannone con i resti delle auto è stato sequestrato.

L.N.