Liste d’attesa, maglia nera a Prato. "Curarsi sarà un lusso per pochi"

L’analisi di Malucchi, segretario Fp Cgil: "Col reddito di 10mila euro la spesa sanitaria media è di 27,63 euro"

Le liste d’attesa per visite specialistiche ed esami fanno ancora penare tanti pratesi

Le liste d’attesa per visite specialistiche ed esami fanno ancora penare tanti pratesi

Prato, 19 maggio 2023 - L’indice dei tempi di attesa per visite e prestazioni specialistiche è peggiore di quello di Pistoia e di Firenze. La performance di Prato e del suo territorio, per il periodo gennaio-febbraio, "è di 62,88%, ad un passo dal 65,41% di Pistoia e lontano dal 73,33% di Firenze". Così Sandro Malucchi, segretario generale della Funzione pubblica Cgil Pistoia-Prato nell’analizzare l’indicatore dei tempi di attesa in sanità, che è determinato dal rapporto tra il numero di prestazioni prenotate ed effettuate entro i tempi massimi regionali per ogni tipologia ed il numero totale di prestazioni prenotate. Entro il il 30 aprile, l’Asl Toscana Centro era tenuta, come le altre azienda sanitarie, ad adottare un piano di miglioramento dei tempi di attesa e delle risorse ad esse destinate e a presentarlo alla Direzione regionale sanità in base alle direttive del piano speciale varato il 3 aprile scorso dalla Regione: ad oggi non se ne conoscono i dettagli. A questo proposito con la delibera del 3 aprile all’Asl Centro sono stati dati 2.527.394 euro per il recupero interventi chirurgici e 6.209.478 euro per il recupero prestazioni specialistiche ambulatoriali e screening per un totale di 8.736.872 euro sui 23 milioni stanziati sull’intero territorio regionale. La delibera regionale prevede l’integrazione tra attività istituzionale, attività aggiuntiva e acquisto di prestazioni esterne, nonché la possibilità di incrementare il monte ore della specialistica ambulatoriale convenzionata interna.

L’attenzione del segretario generale Fp Cgil si sofferma su un altro dato che dimostra come la sanità stia diventando sempre di più un lusso. La cartina di tornasole è data dall’analisi del Dipartimento economia e finanze sulle denuncie dei redditi. "Chi ha un reddito inferiore ai 10.000 euro annui porta in detrazione cifre di spesa sanitaria, compresa la diagnostica e la farmacologica, che non superano i 27,63 euro procapite - sottolinea -. Invece coloro che incamerano cifre superiori ai 120.000 euro l’anno, 1.527 in provincia di Prato, presentano costi sanitari e farmacologici che superano i 951 euro all’anno". Un divario forte. "In questo contesto appare chiaro come un’eventuale e preannunciata privatizzazione della spesa sanitaria colpirà soprattutto i poveri e ridurrà fortemente il potere di acquisto delle entrate della classe media". Malucchi parte dalla situazione attuale per cui "nell’Area Vasta Centro sulle 41.311 prescrizioni di visite specialistiche vengono realizzate 26.074 prestazioni pari al 63,1% del totale. Ciò significa che 15.237 prestazioni vengono rifiutate dal cittadino, in larghissima parte per motivi economici secondo Istat, o aquistate dal privato". La composizione della spesa sanitaria privata nel 2021 è sostenuta per le visite specialistiche ed interventi (46,1%) e ammonta a 2,5 miliardi per la Toscana con una spesa procapite di 565 euro a fronte dei 2.032 euro impiegati dal servizio sanitario regionale.

"I 565 euro medi procapite hanno un diverso peso sulla popolazione pratese - riflette - . Questi, ipoteticamente, peserebbero per il 11% del reddito per i 55.408 abitanti della provincia pratese che hanno entrate pari a 5150 euro medi annuali e pari al 2,80% del reddito dei 61938 cittadini, sono la classe più rappresentata sul territorio, che hanno entrate oscillanti tra I 15.000 e I 26.000 euro". Maluchi evidenzia come sia "di diverso impatto il costo medio della sanità acquistata per chi ha redditi tra I 75.000 e I 120.000 euro. Per I 2612 cittadini in questione il peso della sanità acquistata grava per lo 0,61% sul reddito complessivo".