
Un affettuoso in bocca al lupo a Marco Amelia, nuovo allenatore del Prato e un invito a dirigenti e allenatori del settori giovanili del calcio pratese a insistere sulla leva degli amici per coinvolgere i giovanissimi cinesi che ancora non frequentano le squadre di calcio della città.
Sono alcuni dei messaggi che Marcello Lippi, ct campione del mondo con la Nazionale azzurra nel 2006 in Germania e dal 2015 al 2019 selezionatore della Nazionale cinese, ha lanciato durante l’incontro al Festival Seta, organizzato dall’associazione Orientiamoci in Cina al Museo del tessuto. In platea il sindaco Matteo Biffoni, gli assessori Luca Vannucci (sport) e Ilaria Santi (istruzione), la consigliera regionale Ilaria Bugetti.
Intervistato dai giornalisti de La Nazione Piero Ceccatelli ed Enrico Salvadori, Lippi ha ricordato le premesse che lo portarono nel 2012 ad allenare il Guangzhou Evergrande, più volte campione di Cina e vincitore della Champions league asiatica con lui alla guida. Allenando poi la nazionale, Lippi intensificò accanto all’impegno in panchina, quello di promotore della cultura e dell’organizzazione. "Al mio arrivo nessun club aveva un settore giovanile, feci creare squadre per giocatori dai 12 ai 19 anni e il calcio passò da sport visto in tv a disciplina diffusamente praticata. Ma è prematuro aspirare a successi con la Nazionale e fino a che la Cina non sarà competitiva, non sarà possibile ospitare i mondiali per i quali avrebbe stadi già pienamente all’altezza"."In Cina i bimbi e i ragazzi seguono le partite dei campionati occidentali, tifano per squadre inglesi, spagnole o italiane e per i loro campioni e sono spinti a diventare calciatori a loro volta", ha spiegato Lippi. "Non conosco Prato, ma la molla che porta i bimbi al campo sono i coetanei. Nessun bimbo dice: sto con gli amici, ma non ci gioco a pallone. Servono poi strutture adeguate, sono sensibili a questa voce". Interessante la domanda di un allenatore del settore giovanile. A Lippi che ricordava di aver coinvolto Renzo Ulivieri, responsabile del settore tecnico della Figc nella crescita dei nuovi allenatori in Cina, il giovane ha chiesto se per gli italiani ci siano sbocchi nei vivai dei club cinesi. "Gli italiani sono apprezzati - ha risposto Lippi - ma i cinesi sono sensibili a chi riconoscano come autorevole e servono segnalazioni". Lippi ha poi spiegato che malgrado il rapporto con la Cina si sia ufficialmente interrotto, il legame col Paese resti vivo sia con gli operatori del calcio che coi rappresentanti istituzionali. A proposito Lippi ha ricordato che il capo del governo Xi Jinping ruppe ogni protocollo e andò incontro a Lippi , durante la visita in Italia . "Io battei la mano sulla sua spalla, malgrado la persona del capo del governo sia considerata intoccabile e il video di quel momento diventò virale in tutto il mondo". Lippi ha spiegato che il governo non vede di buon occhio l’espansione dei gruppi finanziari che nell’ultimo decennio hanno acquistato club occidentali e anche in Italia, come l’Inter. "Non ho idea né spetta a me dire come finirà la vicenda di Zhang all’Inter". Lippi ha parlato dei suoi campioni del mondo del 2006 ben 17 dei quali sono diventati allenatori . "Tuttosport scrisse che quei ragazzi erano tutti figli di Lippi e dovetti spiegazioni a mia moglie", sorride il mister. E all’ultimo della rosa mondiale, Marco Amelia, che aveva il 23 sulla maglia, allora terzo portiere e quest’oggi debuttante come allenatore del Prato ha rivolto un caloroso ’In bocca al lupo’: "Ditelo voi per me, a Marco, Io gli auguro il meglio".