REDAZIONE PRATO

L’inferno in casa. Offesa e minacciata: "Ora marito e suoceri stiano lontani da lei"

Il provvedimento di protezione disposto d’urgenza dal giudice civile . La donna subiva da anni vessazioni di fronte alla figlia minore . Adesso mamma e bambina sono in una casa protetta del servizio Seus.

Offesa, minacciata, delegittimata della sua figura materna di fronte alla figlia minore. L’incubo in casa. Non solo da parte del marito e padre della bimba, ma anche dei suoceri con cui la famiglia ha convissuto per anni.

"Devi avere paura a stare in questa casa perché mio figlio prima o poi ti soffoca". Erano di questo tenore le frasi che la suocera, maestra in un istituto comprensivo della provincia di Prato, rivolgeva alla giovane nuora. E dove non è arrivata la giustizia penale, ci ha pensato direttamente quella civile con un ordine di protezione emesso dal giudice di Prato Giulia Simoni. Il giudice ha disposto venerdì il divieto di avvicinamento alla donna e alla bambina non solo al marito ma anche ai suoceri. Non potranno avvicinarsi ai luoghi frequentati da mamma e figlia, compresa la scuola dove la piccola va all’asilo, la stessa dove la nonna insegna tanto che l’avvocato della donna ha già trasmesso il provvedimento del giudice al preside dell’istituto.

Una situazione difficile che va avanti da quattro anni e che ha ingenerato un senso di timore e paura nella mamma della bambina. La donna ha sporto denuncia per maltrattamenti in famiglia, non fisici ma psicologici e morali, nei mesi scorsi. Venne subito ascoltata dai carabinieri – come impone la legge sul codice rosso – ma nessun provvedimento è mai stato messo a livello penale.

La situazione è degenerata a metà gennaio quando i carabinieri, di iniziativa, si sono recati nella casa dove la donna, il marito, la bambina e i suoceri vivono, per sequestrare le armi che il marito detiene regolarmente. Una precauzione viste la situazione difficile. Nei 15 giorni successivi si è scatenato l’inferno. Marito e suoceri hanno cominciato a fare pressioni sulla donna in quanto sospettavano di essere stati denunciati. La donna non ha più retto e, grazie all’interessamento del suo avvocato, ha chiesto aiuto al Seus, il sistema-servizio di emergenza urgenza della Regione Toscana che offre sostegno e supporto alle vittime di gravi conflitti familiari.

La donna e la bambina sono state prese in carico dal servizio in 72 ore: dopo essersi rifugiate alla stazione dei carabinieri sono state poi spostate in una casa protetta del Seus dove tutt’ora vivono. Venerdì, poi, è arrivata la svolta con il provvedimento del giudice civile chiamato a risolvere la controversia familiare. Il giudice comprendendo la delicatezza della situazione ha emesso l’ordine di protezione impedendo a marito e suoceri di avvicinarsi alla donna e chiedendo di cessare le condotte vessatorie.

Laura Natoli