L’effetto domino del caro energia "Fideiussioni per i nuovi contratti"

Aziende in difficoltà per rinnovare le forniture: in ballo c’è la possibilità di mantenere gli stabilimenti attivi. Grassi (Cna): "È la tempesta perfetta". Giusti (Confartigianato): "Urgente il tetto al prezzo del gas"

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’Piove sul bagnato: lagrime su sangue, sangue su lagrime’. È proprio il caso di dirlo, parafrasando Giovanni Pascoli, che non c’è fine al peggio. In questo caso il peggio è rappresentato dal caro energia che sta piegando un sistema economico già indebolito da due anni di Covid e ora alle prese con una delle peggiori crisi dell’ultimo secolo.

La volatilità dei prezzi del gas alimenta in misura esponenziale i problemi di approvvigionamento delle imprese. I nuovi contratti sono inibiti dal contesto di incertezza internazionale che rende difficile prevedere il prezzo del gas e non dà certezza sugli approvvigionamenti mentre in gioco c’è l’operatività di grandi e piccole aziende.

"Siamo nella tempesta perfetta o peggio dentro l’urgano perfetto", commenta Cinzia Grassi, direttrice di Cna Toscana centro. "Stiamo ricevendo numerose segnalazioni di imprese che sono in difficoltà nel rinnovo dei contratti. Perché? I grandi consumatori di gas sono rischiosi in quanto utilizzano enormi quantità di materia prima arrivando a bollette da centinaia di migliaia di euro, allo stesso tempo le piccole aziende sono rischiose perché meno solide dal punto di vista economico e di liquidità. Da qui i grandi problemi che le imprese stanno riscontrando nel sottoscrivere nuovi contratti di fornitura".

È in queste settimane che generalmente si rinegoziano i contratti per il prossimo anno termico, che parte il primo di ottobre e dura fino al 30 settembre successivo. Molte aziende del settore tessile dichiarano di aver cercato sul mercato alternative,ma ricevendo dall’altra parte la richiesta di un mese di anticipo e una fideiussione dello stesso valore. Il tempo stringe: i contratti sono in scadenza e cercare un fornitore diventa primario per mandare avanti la propria impresa. "Molti contratti sono in scadenza, ma in questa situazione di incertezza è difficile rinnovarli", commenta Luca Giusti, presidente Confartigianato Toscana. "Il mondo imprenditoriale ci sta segnalando che alcune aziende fornitrici hanno iniziato una nuova politica ossia quella di chiedere garanzie e fideiussioni bancarie". Finora le imprese sono riuscite a sopravvivere all’urto dei rialzi anche grazie ai prezzi bloccati del gas, che alle condizioni attuali non sono più possibili. I fornitori stanno privilegiando per i rinnovi (non a prezzi fissi) i clienti storici in regola con i pagamenti. La paura è di incappare nelle procedure di default secondo cui, dopo 2 mesi garantiti dalle reti Snam ad un costo maggiorato (un paracadute qualora le aziende non riescano a rinnovare il contratto), scatta lo stop alle forniture e di conseguenza la sospensione dell’attività.

"Mi sto muovendo adesso anche se ho il contratto del gas in scadenza a dicembre, ma in questa situazione dobbiamo metterci avanti e non so nemmeno se basterà", commenta Fabio Reali, titolare della Tintoria Martelli di Vaiano, che in meno di un anno ha dovuto fare i conti con fatture del gas passate da 33.000 euro a 140.000. Cifre spropositate da azzerare i guadagni di mesi. "Purtroppo alcune aziende che si sono trovate a fare i conti con bollette da migliaia di euro hanno avuto problemi di insolvenza e così adesso anche sottoscrivere i contratti di fornitura è un problema enorme". Intanto la discussione tanto attesa della Commissione europea sulla proposta di introdurre un tetto al prezzo del gas proveniente da gasdotto russo è stata posticipata ad ottobre facendo svanire (nel breve temine) la possibilità che i ministri dell’Energia possano trovare una risposta concertata a livello europeo, all’aumento dei prezzi dell’energia.

Silvia Bini