
La creazione di un’opera, sotto lo sguardo dei passanti. L’opera è quella che l’artista visuale Virginia Zanetti ha ideato e realizzato sulle sponde del Bisenzio in una domenica pomeriggio d’estate. Nel dialogo continuo e ininterrotto fra la città e l’arte Zanetti che a Prato vive, ha concepito l’immagine di una persona nel vuoto, una caduta che assume i contorni di una rinascita. Per allestire la realizzazione di "I just want to know who I am", opera fotografica che a settembre sarà parte della mostra allestita da Fondazione Modena Arti Visive in occasione del Festival Filosofia (dal 17 al 19 settembre), l’artista si è avvalsa della collaborazione della squadra di Trampolino elastico della società S.G.Etruria 1897, con la ginnasta Chiara Cecchi. "La figura di un essere umano sospeso nel vuoto è stata stimolata da una immagine che ho nella memoria – dice Virginia Zanetti – Mio nonno Luigi che esegue il salto mortale. Il ribaltamento dell’immagine dà l’illusione di una persona che cade dalla terra ed evoca la vulnerabilità della condizione umana". Il nonno è Luigi Zanetti classe 1921, colonna della gloriosa Etruria, medaglia d’argento nel 1948 alle Olimpiadi di Londra. Non solo l’immagine dell’avo lega l’opera alla città. "Ci tenevo che la produzione di questo quadro vivente fosse a Prato, con la Calvana e il Bisenzio sullo sfondo", dice Zanetti. L’ambiente in cui è concepita l’opera è parte integrante del lavoro. L’attuale progetto dell’artista è una evoluzione del ciclo I Pilastri della Terra, un’azione collettiva in cui le persone, assumendo la posizione della verticale, ribaltano il punto di vista, a volte paiono sostenere il mondo, altre sembrano come pendere dalla Terra. Artista e docente, Zanetti lavora sia in luoghi non convenzionali sia in istituzioni italiane e estere per la cultura e l’arte contemporanea. E’ anche incitrice di premi nazionali e internazionali.
F.T.