
L’Associazione nazionale del commercio laniero fa tappa oggi a Prato, al Museo del Tessuto per celebrare i cento anni di attività. L’appuntamento arriva a Prato con due anni di ritardo a causa della pandemia, mentre le celebrazioni della Iwta (Italian wool trade association) si sono svolte nel settembre scorso, a Biella dove l’organismo che riunisce a livello nazionale i commercianti e rappresentanti di materie prime tessili è stato fondato e ha la sede. Due distretti da una vita rivali e per una volta unmiti, dunque, con l’incontro di oggi alle 18 che rappresenta un’ulteriore prova della collaborazione in corso fra i due poli italiani del tessile, in particolare quelli legati alla lavorazione delle lane e delle fibre naturali pregiate in genere. Della Iwta fanno parte numerose aziende big pratesi, che oggi siederanno a fianco delle più grandi imprese del distretto biellese. Non solo: uno dei due vicepresidenti dell’Associazione nazionale del commercio laniero è il pratese Sauro Guerri, titolare di Progetto Lana. Il nuovo presidente della Iwta è invece Claudio Lacchio, biellese, eletto a settembre.
"Quella di oggi è una riunione molto importante sia perché viene festeggiato il centenario dell’associazione, nata nel 1920, sia perché sarà l’occasione per presentare un volume dal titolo ’The world of textile’", spiega Guerri, uno degli organizzatori. "Prato e Biella stanno intrecciando la loro attività in un fase molto importante, vista anche la battaglia in corso sulla lana rispetto alle microplastiche". Sulle criticità che stanno piegando anche il settore tessile - rincari e carenza di di materie prime - c’è però un discorso a parte per quanto riguarda la lana. "E’ il materiale che ha subito meno contraccolpii di tutti, al contrario del cashmere e del mohair", aggiunge Guerri. "E’ come se la lana fosse rimasta a metà strada. Quando siamo stati fermi per il lockdown, la lana ha avuto problemi sia a causa dei trasporti praticamente bloccati, sia per la totale assenza dai mercati dei cinesi, maggiori compratori al mondo in occasione delle aste". Peraltro non va dimenticato che la lana migliore in genere arriva dall’Australia, ma questo oggi significa trasporti che arrivano in ritardo e problemi vari causati dalle chiusure legate all’emergenza sanitaria. Adesso la lana è in fase di ripresa, anche se i prezzi non sono ancora ai livelli pre-Covid. Temo che quando ci sarà una ripartenza globale, potremmo incappare in qualche problema in più".
Ieri il prezzo della lana in dollari australiani era di 1474 per 100 chili: praticamente raddoppiati rispetto al lockdown, ma che potrebbero crescere. Una possibilità che ovviamente preoccupa gli imprenditori che lavorano con le lane. "L’indicatore rimane ancora a buoni livelli- commenta Guerri – ma non ancora a quelli precedenti la pandemia. Il panorama è in forte fibrillazione perché l’auspicabile ripresa, in parte già in corso, determina aumenti di richieste di materie prime e i mercati in questo caso si muovono in maniera repentina". Secondo il report di Confindustria Toscana Nord, sul mercato c’è una forte domanda per Merino e skirtings, debole per le cardings e livelli bassissimi di richiesta per lane incrociate. I prezzi dei velli Merino e delle skirtings sono aumentati notevolmente, "ma oscillano ogni settimana a seconda che riguardino una finezza piuttosto che un’altra", sottolinea Guerri. Un quadro nel quale emerge con chiarezza che la Cina, da tempo protagonista assoluta alle aste, oggi è ancora assente. Ma cosa succederà se dovesse rientrare massicciamente sul mercato?
Sara Bessi