Prato è la decima città d’Italia dove si paga l’acqua più cara. A dirlo è il Centro studi Ircaf, che ha presentato il report sul costo dei servizi idrici in tutto il paese. Se la media nazionale di spesa a famiglia è di 379 euro, quelle pratesi, così come quelle fiorentine e pistoiesi servite da Publiacqua, ne pagano 533 l’anno. In Toscana comunque siamo in buona compagnia: da un lato perché si tratta della regione con l’acqua più cara d’Italia, dall’altro perché Pisa, Grosseto, Siena, Massa, Carrara, Livorno e Arezzo ci precedono in classifica piazzandosi dal terzo al nono posto in questa non invidiabile classifica. Il report del centro studi, presentato a Mantova, ha effettuato un’indagine sulla spesa annua relativa al 2022 su una famiglia tipo composta da tre persone, stimando un consumo di 150 metri cubi annui. L’indagine ha riguardato 111 città d’Italia (109 capoluoghi di provincia) per un campione di circa 18 milioni di abitanti. Ne è venuto fuori che i pratesi spendono in media 154 euro l’anno in più rispetto a molti connazionali. Non solo. La differenza diventa enorme se si paragona la spesa dei pratesi con quella dei milanesi, o degli abitanti di Imperia e Como, che non superano i 214 euro di bollette l’anno. La differenza nei costi, secondo il Centro studi Ircaf, la fanno "l’efficienza delle gestioni, le politiche tariffarie, la concentrazione degli utenti serviti, la quantità di acqua distribuita, i costi di energia elettrica, di potabilizzazione, le perdite di rete, e la qualità dell’acqua fornita".
La notizia ha sollevato malumori sia nella cittadinanza che nella politica. A provare a dare una spiegazione su questi dati è così arrivata direttamente Publiacqua: "I dati contenuti nel report sono assolutamente distanti alla realtà. Premesso che non è il gestore che fissa le tariffe ma l’Autorità Idrica Toscana, facciamo presente, come tutti gli anni, che calcolare il costo delle nostre bollette su un consumo di 150 metri cubi annui è fuorviante. Una nostra famiglia media di tre persone consuma circa 105-110 metri cubi all’anno con un costo dell’acqua intorno ai 350 euro l’anno". Si tratta quindi di una disputa sui reali consumi delle famiglie. Considerare un consumo medio di 150 metri cubi all’anno per una famiglia con tre componenti, significa fare scattare la fascia d’eccedenza: "Il consumo utilizzato nella ricerca risulta abnorme e ne fa ricadere una parte nelle fasce più alte di tariffazione, fissate dall’Autorità per punire gli sprechi – aggiungono da Publiacqua –. Per non risultare afflittive con le famiglie numerose queste eccedenze sono state strutturate su numero di componenti familiari".