
La voce di Mayumi Kuroki Da Tokyo con il sorriso
Da Tokyo a Prato. Con amore per il canto. Mayumi Kuroki ha voce di soprano dal timbro ambrato, tipico della categoria mezzosopranile e un’attitudine drammaturgica che le consente di figurare nel repertorio del Novecento storico di Janacek al Teatro del Maggio nella "Volpe astuta" nella parte de "Il gallo" e "La ghiandaia". Mayumi Kuroki oggi è impegnata come preparatrice vocale nella Camerata. "All’inizio non è stato facile avendo voci tutte da formare, ora mi sento contenta di collaborare". Mayumi la conosciamo soprattutto come maestro del coro di Pratolirica, associazione che, insieme a Nicola Mottaran, compagno d’arte e di vita, pianista accompagnatore insuperabile, realizza da anni con successo l’opera lirica al Politeama. Da Tokyo a Prato. "Ho cominciato a 19 anni col canto all’università musicale di Tokyo – racconta – ed è con il leggendario soprano Alda Noni che ho fatto la mia specializzazione. A Prato ci sono arrivata nel ’97, stabilendomi qui per comodità perché studiavo a Bologna". Da Prato a Tokyo. Ora è in Giappone. Per cantare? "In Giappone per incontrare cantanti in carriera e insegnare loro quello che ho imparato. Ed è anche grazie all’esperienza di Pratolirica, il relazionarmi cioè con cantori non professionisti, che ho imparato ad ascoltare, per insegnare". La formazione del coro Pratolirica nasce dallo sfaldamento della Guido Monaco di cui coro Mayumi è stata preparatore vocale dal 2007 al 2011 (dopo l’altra esperienza con la Corale San Martino). E’ vero che i suoi coristi la chiamano la brava maestra? "Sì, e bisogna ricordare che questa corale fu fondata dai molti appassionati che dovettero lasciare la Guido Monaco... sento che mi vogliono bene, allora sono contenta perché tirare fuori la voce a persone non dotate di una voce talentuosa non è cosa facile: un insegnante di coro non è un cantante che non canta più". Infatti, coraggiosamente a 50 anni, Mayumi Kuroki si è messa in gioco.
"Di recente a Cuneo mi sono trovata a interpretare la scena degli enigmi di Turandot, una delle parti più impervie del repertorio lirico", racconta. Possiamo dire senza esitazione che Mayumi Kuroki a Prato ha "importato" cultura musicale. Da dove viene tutta questa energia? "Per insegnare agli altri bisogna avere imparato noi; e questo lo devo a mio padre. I miei genitori non erano musicisti, ma insegnanti, mio padre d’inglese. E’ questo il dna genitoriale che mi ha lasciato la passione di raccontare ad altri ciò che faticosamente ho imparato".
Goffredo Gori