Lo sfratto esecutivo è stato convalidato dal tribunale di Prato lo scorso 28 giugno. Adesso è arrivato il momento dell’accesso per darne esecuzione: la data in calendario è quella del 18 aprile. La storia potrebbe sembrare una classica procedura di sfratto come tante se ne vedono a Prato: in città d’altronde ce n’è una al giorno. E invece la vicenda è cruciale per il territorio, visto che sotto sfratto esecutivo c’è la questura in via Migliore di Cino. La vicenda viene da lontano e inizia nel 2020 con la prefettura che propone alla proprietà dell’immobile, la Pratoinveste di Sauro e Roberto Bigagli, una rinegoziazione al ribasso. Una richiesta di affitto inferiore che arriva a seguito del taglio già del 15% del canone annuale imposto all’epoca della spending review dell’allora governo Monti. Una proposta che viene rifiutata dalla proprietà dei 5.700 metri quadri di immobile e che porta alla disdetta del contratto di locazione nel febbraio 2021 e alla fine del rapporto il 19 settembre 2022. Da quel momento in poi, come è sotto gli occhi di tutti, la questura non abbandona l’immobile e Pratoinveste fa partire la procedura di sfratto che il prossimo 18 aprile dovrebbe portarne all’esecuzione. Per evitare una situazione a dir poco paradossale, cioè dovere arrivare a chiedere l’accesso con la forza pubblica per sfrattare le stesse forze dell’ordine, la proprietà dell’immobile si appella all’Agenzia del Demanio per giungere a un accordo che possa accontentare tutti.
"Non è mai stata nostra intenzione mandare via la questura, né attivare la procedura di sfratto – spiegano Roberto e Sauro Bigagli, difesi nella vicenda dall’avvocato Anna Giannerini –. I valori proposti per il rinnovo del contratto sono però irricevibili. Qui non si parla di prendere i valori dell’osservatorio del mercato immobiliare e scegliere quelli più bassi. Qui addirittura ci viene richiesto di stare ben al di sotto dei valori minimi. Da parte nostra non c’è alcun interesse ad arrivare al muro contro muro, ma l’Agenzia del Demanio commissioni una vera perizia nel rispetto dei valori di mercato di quella zona di Prato". Nel frattempo la prefettura ha pubblicato una duplice manifestazione di interesse per la potenziale locazione di un immobile da adibire a sede della questura e degli alloggi di servizio del personale. L’ultima si è conclusa lo scorso 20 marzo.
"Noi abbiamo partecipato a entrambe le procedure – proseguono Sauro e Roberto Bigagli –, proprio a testimonianza della volontà di non fare cambiare sede alla questura e al suo personale. Però restiamo pur sempre una società commerciale e non possiamo accettare offerte irricevibili per mettere l’immobile in affitto. Ora ci aspettiamo considerazione da parte dell’Agenzia del Demanio. Quindi speriamo di poterci incontrare e trovare una soluzione positiva, che vada a vantaggio della stessa città".
Stefano De Biase