"La nuova pista utile alle imprese Ma la Toscana è ancora troppo lenta"

La stoccata del direttore di Confindustria: "Politica debole sulle opere pubbliche rispetto ad altre regioni. Sono arrivato 18 anni fa e si parla sempre degli stessi investimenti, eppure nessuno è stato realizzato"

"Sono arrivato a Prato diciotto anni fa: i temi infrastrutturali sul tavolo della politica erano l’aeroporto di Peretola, il raddoppio della ferrovia fra Montecatini e Viareggio, la terza corsia dell’autostrada, l’impianto di Case Passerini, gli assi viari a Lucca e la Tirrenica. Oggi, quasi vent’anni dopo, le opere sono tutte rimaste solo sulla carta. L’unica che è sparita dai dossier è Case Passerini, ma non perché sia stato realizzato l’inceneritore, bensì perché è stato bloccato l’iter progettuale. Tutto ciò che sembra impossibile in Toscana, però, viene realizzato nella vicina Emilia Romagna o in Veneto, creando un gap infrastrutturale alle aziende del nostro territorio". Il direttore di Confindustria Toscana Nord, Marcello Gozzi, non si nasconde nel dibattito sul futuro delle infrastrutture dell’area metropolitana Prato-Firenze-Pistoia e di tutta la Toscana scaturito dalle nuove polemiche sull’ampliamento dell’aeroporto di Firenze. Un’opera che viene appoggiata dagli industriali, ma che rappresenta solo un tassello di un percorso infrastrutturale complessivo su cui l’imprenditoria aspetta risposte da decenni.

"Noi siamo a favore dello sviluppo del sistema aeroportuale toscano e quindi anche dello scalo di Peretola – spiega Gozzi –. Noi siamo a fianco di tutti i fattori di crescita della società e dell’economia perché rappresentano elementi che concorrono allo sviluppo delle aziende. Su Peretola non entriamo nel merito del progetto e degli impatti: per questo ci sono le autorità preposte. Riteniamo però che la Toscana non possa non avere un sistema aeroportuale competitivo e che anche quello di Firenze debba esserlo". Il tema vero secondo Gozzi è però quello dei tempi: "In Toscana serve il doppio o a volte il triplo del tempo rispetto ad altre regioni d’Italia per realizzare le infrastrutture. Questo rende tutto più complicato per chi deve investire, perché non ci sono certezze. Pensate solo alla stazione dell’alta velocità: a Bologna è stata inaugurata nel 2013, a Firenze forse ci sarà nel 2030. Qui invece di facilitare la realizzazione delle opere si consolidano gli ostacoli per bloccarle". Gozzi nell’analizzare la situazione attuale si lascia andare a una provocazione: "Se non si vuole rendere competitivo il sistema aeroportuale poi non ci si lamenti delle difficoltà che l’economia territoriale è costretta ad affrontare. E a questo punto ritiriamo fuori il progetto di Case Passerini: alla fine è stato accantonato perché doveva essere ampliato l’aeroporto, ma se Peretola non si ingrandisce più allora si può tornare alla carica con l’impianto per i rifiuti".

Di fronte a tutte queste difficoltà viene da chiedersi di chi sia la colpa di questi ritardi: "Ci troviamo di fronte a una politica troppo debole, che sceglie di non decidere per non scontentare nessuno e per non perdere consenso – attacca Gozzi –. E poi ci sono i comitati. Abbiamo un ottimo assessore alle infrastrutture come Baccelli, ma se su ogni argomento nasce un comitato allora diventa complicato. Oggi chiunque si sente portatore di un diritto di veto su qualsiasi progetto, ma così non si va più avanti. Prendere il rigassificatore di Piombino: perché a Ravenna va bene e in Toscana c’è una simile battaglia? Perché quello che si fa in Emilia Romagna non si può fare in Toscana? Così si perdono investitori e aziende". Gozzi dall’osservatorio di Confindustria ha già visto gli effetti del gap infrastrutturale: "Molte delle nostre aziende, anche a Prato, nel corso degli anni hanno chiuso. Senza infrastrutture le imprese non riescono più a essere competitive. Mi domando: se servono 20 anni di media per completare un’opera in Toscana, quando vedrà mai la luce la tramvia fra il Pecci e Peretola?".

Stefano De Biase