ROBERTO BALDI
Cronaca

La legge del Bisenzio. Ma non mandate quattro gatti...

Il tribunale di Prato in grave crisi: il procuratore Tescaroli interviene, ma la situazione è critica. Disagi strutturali e mancanza di personale minacciano il corretto funzionamento della giustizia locale.

Ci ha messo gli occhi sopra anche Tescaroli, il procuratore capo per il quale non vale la legge del Bisenzio, perché ormai, pratese fra i pratesi, non sopporta vedere nel dimenticatoio la realtà di un tribunale mandato allo sfascio nel disinteresse (scusate il bisticcio) non disinteressato. Ebbe vita difficile, questa sede di giustizia fin dalla nascita quando gli ideatori, il presidente De Biase e il sindaco Landini, decisero una sede come Dio comanda nella città di Datini, che fra quattrini e devozione firmava "in nome di Dio e del guadagno", con il contenzioso perenne di ogni commercio avvalorato da un’immigrazione fai da te. In silenzio, perché Firenze, con cui condividiamo la c aspirata e la ribollita ma non il modo di lavorare, non avesse a prender cappello. Poi cominciarono i disagi con le processioni al Ministero da parte dell’allora presidente Salvatore Palazzo, che ci portò a Roma a testimoniare che eravamo in brache di tela come struttura e come dotazione di personale. Arrivarono promesse da marinaio. Non sono bastate le proteste dell’Ordine forense all’insegna del poeri e bischeri un s’ha da essere. Oggi ci si avventura lodevolmente anche Tescaroli. Ma attenzione alle assicurazioni fatue: Credenza è morta e Fido sta male. Ci s’è messo anche il topo nell’ingranaggio elettrico ad accrescere il casino e paralizzare la struttura. Era uno di quei ratti che quando la nave affonda i topi scappano. Vuoi vedere che dal ministero mandano quattro gatti (per topi) invece che giudici e amministrativi in più?