La filiera del cotone Beste: "Si può tracciare tutta". Fortex pensa a nuova sede

Progetto che esalta il made in Italy: coltivazione al Sud e lavorazioni a Bergamo e Prato. Rosati guarda al futuro: "Resteremo a Montemurlo in una struttura efficiente e sostenibile". .

La filiera del cotone Beste: "Si può tracciare tutta". Fortex pensa a nuova sede

La filiera del cotone Beste: "Si può tracciare tutta". Fortex pensa a nuova sede

PRATO

Una filiera del cotone made in Italy, riscoprendo antichi sementi e territori in cui la fibra naturale veniva coltivata, come Puglia, Sicilia e Sardegna. Beste, azienda del gruppo Holding Moda, continua a stupire. Itacotm (acronimo di Italian Cotton) è la nuova filiera tricolore ed organica: il debutto del progetto, al quale Beste sta lavorando da qualche anno, ha avuto come palcoscenico Milano Unica. "Insieme ad agronomi abbiamo fatto una ricerca per la scelta dei semi e abbiamo stretto un accordo con una società di coltivatori del Sud. Abbiamo coltivazioni in Puglia e Sicilia – racconta Giovanni Santi – Seguiamo la produzione del cotone organico dal seme alla coltivazione, dalla pianta al fiocco per poi proseguire a nord, a Bergamo, per la filatura ed arrivare a Prato per le ultime fasi della lavorazione (tessitura, finissaggio e confezione) e per il capo finito". Una scelta che ha come punto cardinale quello della tracciabilità. "Oggi la parola non è più sostenibilità, data ormai per acquisito, ma tracciabilità – prosegue Santi – Così offriamo un prodotto costruito con criteri di qualità". Un esempio di made in Italy integrale che va incontro alle esigenze di un lusso sostenibile, al quale si affianca un’altra scelta: Beste ha deciso di adottare per tutta la sua produzione tessile il cotone biologico (organico) Supima di provenienza statunitense (coltivato in Usa), l’unico al mondo – accanto a un paio di altre eccezioni quantitativamente irrilevanti – che abbia avviato una politica seria e accertabile di qualità e di controllo della filiera.

"Siamo entusiasti che le collezioni primavera estate 2025 siano realizzate con cotone organico Supima – dicono Giovanni Santi e Daniele Arioldi, ad ed executive director yarn Division di Beste – ma soprattutto della creazione di una catena di approvvigionamento di cotone organico al 100% italiana e tracciabile attraverso Itacotm". Una soluzione, quest’ultima, che permette a Beste di offrire il Passaporto digitale del prodotto sia per le sue collezioni tessili che per l’abbigliamento. Obiettivo per il 2024? "Aumentare ancora il fatturato, almeno del 10%". Anche la deputata Erica Mazzetti (FI) ha elogiato "la filiera italiana di qualità" ricordando che "imprese come Beste sono fonte di sviluppo, posti di lavoro, qualità ambientale, sostenibilità. Dobbiamo andare sempre di più verso filiere corte e di qualità".

Novità anche al lanificio Fortex di Roberto Rosati, visitato nella prima giornata quasi esclusivamente da clienti stranieri: "E’ un’edizione diversa – chiosa Rosati – è la prima volta dopo tanti anni che la maggior parte delle aziende pratesi partecipa ad una fiera unica". E se sugli ordini c’è ancora da aspettare un po’, Rosati parla dei progetti futuri: "Stiamo pensando di costruire la nuova sede dell’azienda. Si spera ancora a Montemurlo: sarà moderna, efficiente, bella e sostenibile".

Sara Bessi