
Da non perdere giovedì sera al Teatro Politeama l’ultimo concerto della stagione della Camerata strumentale con un’esortazione che giunge dal mito d’Orfeo e dal capolavoro "Orfeo ed Euridice di Gluck": la musica come forza della vita e come luce che splende oltre le tenebre. All’orchestra si unirà il Coro della Città di Prato, emblema di una comunità che crede nell’energia della bellezza. Le voci di Antonio Giovannini, di Rachael Birthisel e di Sophie Gallagher, guidate da Jonathan Webb, attraverso l’opera di Gluck nella sua versione in italiano, accompagneranno il pubblico a contemplare il "puro ciel" e il "chiaro sol" che dalla musica si irradia sulla nostra anima. "Dopo due anni, poter giungere a questa produzione – spiega il direttore artistico Alberto Batisti - assume un significato ancora più potente, in ragione delle vicende che abbiamo vissuto. Il trionfo della vita sulla morte che il mito di Orfeo incarna e che Gluck esalta facendone un simbolo potente dell’armonia e della concordia, veicolato attraverso la musica, assume con questo concerto un valore di spirito comunitario, grazie alla presenza del Coro della città e dall’Orchestra della città".
Il Coro della Città di Prato è nato nel settembre del 2016 per iniziativa della Camerata e del direttore musicale Jonathan Webb, incarnando in sé la metafora più efficace di una comunità armoniosa, nella quale ci si ascolta reciprocamente per dar vita a qualcosa di bello e a un frammento di felicità condivisa. Negli anni il Coro ha preso parte a diverse produzioni della Camerata, fra le quali l’Arca di Noè di Britten, il Requiem di Fauré e il Gloria di Antonio Vivaldi. "L’aspetto più bello di questo progetto e di far partecipare il Coro della Città di Prato a una produzione della Camerata strumentale - afferma il direttore del coro Elia Orlando – è quello di poter rendere la musica accessibile a tutti, dimostrando il potere della condivisione della musica con la cittadinanza. Dopo tanti rimandi di quest’opera a causa della pandemia non vediamo l’ora di tornare in palcoscenico insieme all’orchestra e al maestro Webb". A fianco di Elia Orlando hanno curato la preparazione del Coro nei mesi scorsi Mayumi Kuroki e Nicola Mottaran. Se Orfeo ed Euridice sono i protagonisti dell’opera di Gluck, il coro ha un ruolo altrettanto importante, nel rappresentare paastori e ninfe, furie e spettri nell’inferno, eroi ed eroine negli Elisi, seguaci d’Orfeo, diventando di volta in volta un aiutante o un antagonista di Orfeo e della sua amata Euridice.
Antonio Giovannini, toscano di origine e stella nascente della musica barocca, sarà Orfeo. Vincitore del 54° Premio Internazionale Le Muse, definito dal Financial Times "elegant and honey-toned" e nominato dalla critica tedesca "Best Young Singer 2015" per la sua interpretazione del ruolo titolo di Orlando di Handel al Theater Aachen. Ha cantato in ruoli protagonistici del repertorio barocco e contemporaneo nei più importanti teatri e festival quali Teatro alla Scala di Milano, Teatro La Fenice di Venezia, Opera di Firenze, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Regio di Torino, Festival della Valle d’Itria. Al suo fianco ci saranno le interpreti Rachael Birthisel e Sophie Gallagher, le giovani cantanti che si misureranno sul palcoscenico pratese rispettivamente nel ruolo di Euridice e Amore.