REDAZIONE PRATO

La burocrazia mette i freni anche al cashback "Difficile registrarsi, per ora pochi effetti"

Commercianti scoraggiati: "Non è cambiato molto, speriamo in un’accelerazione a breve. Ma tanti clienti si lamentano dei problemi dell’app Io..."

Partenza con il freno a mano tirato per il tanto atteso cashback sperimentale di Natale che dovrebbe rimborsare (fino a un massimo di 150 euro) gli acquisti fatti a dicembre nei negozi usando i sistemi di pagamento elettronici (non valgono le spese online). Dall’8 dicembre, giorno in cui il servizio è ufficialmente scattato, in tanti non sono ancora riusciti a registrare la propria carta di credito e bancomat sull’app Io, subito in tilt a seguito delle numerose richieste. Un problema non da poco, visto che il procedimento può essere indispensabile per ricevere a febbraio 2021 il cashback (l’alternativa è possedere ad esempio una carta del circuito Nexi o usare l’app Satispay).

"Né io né mia figlia ce l’abbiamo ancora fatta. Riproveremo da lunedì", ci racconta ad esempio Sara Cafissi del bar Magnolfi in piazza San Francesco. Un volta superato questo ostacolo, sarà poi necessario effettuare almeno 10 operazioni cashless entro il 31 dicembre, così da vedersi riconosciuto il 10% di rimborso, per un tetto massimo di spesa fissato a 1.500 euro. Operazioni di cui non conta la natura: che siano generi alimentari, capi di abbigliamento o spese mediche non cambia nulla. L’importante è che non avvengano attraverso un computer, un cellulare o un tablet, ma di persona nei negozi. Sono tuttavia esclusi gli acquisti fatti nell’ambito di attività imprenditoriali e professionali, oltre al pagamento di ricariche telefoniche e bollette in genere. L’intento del governo è insomma quello di incentivare il "commercio fisico" durante queste feste. Ad ora però gli effetti di questa mossa si faticano ancora a vedere in città. Vuoi per la lungaggine del procedimento di iscrizione all’app, vuoi perché ancora troppo presto per tirare le somme, vuoi per le limitazioni imposte dalla zona arancione prolungata di un’altra settimana. "Non ho visto grossi cambiamenti. La gente da me ha sempre utilizzato la carta e quindi continua semplicemente a farlo – dice Sara Bandini, titolare della libreria cartoleria Gori in via Bettino Ricasoli – però credo possa rappresentare un modo per spingere le persone, specie quelle più giovani, ormai solite a comprare tutto online, a venire a spendere in centro. Ce n’è bisogno per sostenere le piccole attività". Sulla medesima lunghezza d’onda Massimo Scuccimarra di Must-Just Design in via Mazzoni. "Gli acquisti non sono decollati, ma speriamo lo facciano nei prossimi giorni. Magari proprio perché la gente sarà incentivata dalla possibilità di ottenere un rimborso grazie al meccanismo del cashback, anche se sto sentendo che la maggior parte dei clienti deve ancora registrarsi. Per quanto ci riguarda, può essere un aiuto importante, visto che non siamo un’attività che risente particolarmente delle commissioni per i pagamenti elettronici". Più scettico invece Gianluca Ugolini, titolare di Heaven Flowers in via Pugliesi: "Dipende tutto dal tipo di clientela. Mi spiego: quella più benestante non sta a guardare a rimborsi del genere, mentre per le persone più in difficoltà anche 150 euro possono fare la differenza. Però ecco, sapendo anche delle problematiche legate all’uso di questo servizio, non so quanto il gioco valga la candela".

Spostandoci di qualche metro in via Pugliesi ed entrando nel negozio di abbigliamento Acqua e Limone, il clima di diffidenza nei confronti del cashback permane: "A nostro avviso è abbastanza inutile. Il tentativo dello Stato di favorire il commercio fisico è apprezzabile, ma avrebbero potuto studiare qualcosa di più efficace", affermano Dina Logi e Federica Innaco. "Per adesso – aggiunge Claudio Fanelli della macelleria Carlesi in via Agnolo Firenzuola – nessun segnale positivo".

Francesco Bocchini