Prato e la Cina, un patto per il dialogo e per il futuro della città

La tavola rotonda organizzata da La Nazione. Posti esauriti al Palazzo delle Professioni

Il direttore de La Nazione Carrassi con i relatori durante il dibattito (Attalmi)

Il direttore de La Nazione Carrassi con i relatori durante il dibattito (Attalmi)

Prato, 25 marzo 2019 - “Prato e Cina, un patto per il dialogo”. Ha riscosso grandi consensi e suscitato grande interesse la tavola rotonda organizzata da La Nazione al Palazzo delle Professioni di Prato. Il direttore de La Nazione, Francesco Carrassi, di fronte ad una sala gremita, ha stuzzicato il sindaco Matteo Biffoni, il procuratore capo Giuseppe Nicolosi, l’assessore regionale Stefano Ciuoffo, l’ex presidente di Confindustria Riccardo Marini e il presidente del Palazzo delle Professioni, Alessandro Pieraccini, sul passato, sl presente e sul possibile futuro dei rapporti fra economia e cultura cinese e pratese.

Dal mancato rispetto delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, all’ampia presenza di imprese “fantasma”, ancora oggi attive nel distretto tessile laniero. Dai controlli interforze del “Patto per il lavoro sicuro” ai cambiamenti del Macrolotto Zero, noto anche come la “Chinatown pratese”. Qualcosa è stato fatto, molto resta ancora da fare.

Soprattutto nell’ottica di provare, attraverso l’integrazione, a far sì che i tanti orientali che hanno deciso o che decideranno di stabilirsi e prosperare sul territorio pratese diventino veramente una risorsa per tutta la Provincia e per il distretto stesso. Certo, a patto di lavorare con le stesse regole che anche le imprese locali sono tenute a rispettare. Evitando quindi di utilizzare prestanomi e lavoratori clandestini e sottopagati (che arrivano in Italia con visti turistici e che poi spesso, restano sul territorio per essere sfruttati dai loro connazionali) e anche di cercare scorciatoie per evadere le tasse.

Del resto la tavola rotonda era nata proprio come momento di riflessione per rappresentare la degna conclusione di una lunga inchiesta a puntate, intitolata “Prato città divisa”, che negli ultimi mesi ha trovato spazio sulle pagine del nostro giornale. E gli spunti non sono mancati, anche grazie agli interventi del pubblico presente in sala e composto da imprenditori, rappresentanti di associazioni e istituzioni culturali, ma anche da semplici cittadini (peccato solo per l’assenza del console cinese, che era stato comunque invitato a partecipare).

Insomma un tema, quello del rapporto fra Prato e la comunità cinese, che continua a suscitare interesse e a creare dibattito, oltre che rappresentare una peculiarità nel panorama italiano. E’ da qui che passa il futuro della città. Ne è convinta anche La Nazione, che tornerà ad organizzare altre tavole rotonde sull’argomento.