Alessandra, l’incubo è alle spalle "Dono il plasma per ricominciare"

La storia di un’intera famiglia contagiata dal Cov id-19: "Io, mio marito e mio figlio ora siamo guariti Ma quei giorni sono stati terribili. Tutto è iniziato a un pranzo fra amici: dopo siamo stati male in 15"

Alessandra Pagni con il marito Domenico Narcisi

Alessandra Pagni con il marito Domenico Narcisi

Prato, 17 maggio 2020 - «Sono pronta a donare il plasma, mi sento piena di energia da dare a chi sta male ed è stato colpito da questo virus come è successo a me, mio marito e al mio bambino". Alessandra Pagni, 47 anni, ingegnere civile alla Protezione civile della Regione Toscana, oggi può raccontare la sua vita trascorsa come in una bolla per 59 giorni. "Ero disconnessa dai social, in attesa solo di buone notizie, soprattutto da quando mio marito è stato ricoverato in ospedale per il Covid". Ora Alessandra, definitivamente guarita dopo il doppio tampone negativo, sta tornando a riassaporare la vita, la voglia di allenarsi andando a correre e la voglia di aiutare chi sta attraversando un periodo difficile perchè contagiato dal coronavirus. «Quando ho saputo della possibilità di contribuire a rafforzare la terapia del plasma iperimmune, mi sono subito attivata con il mio medico di famiglia e con l’Avis di Prato. Sono stata inserita in lista e sarò chiamata nei prossimi giorni: spero di essere idonea alla donazione, perché questa brutta esperienza possa trasformarsi in qualcosa di positivo per chi non ha ancora superato la malattia". Alessandra Pagni ricostruisce quanto le è successo. "Io, mio marito e mio figlio abbiamo partecipato ad un pranzo fra amici all’inizio di marzo. Qualche giorno dopo una quindicina di noi aveva febbre, mal di testa, tosse, mancanza di gusto e olfatto. Probabilmente il tutto è partito da lì. L’11 marzo mi sono chiusa in casa con la mia famiglia e il giorno dopo ero già malata. E’ stato un brutto colpo per tutti noi".

Se Alessandra sembrava aver superato il virus in pochi giorni, il marito Domenico, 47 anni, è stato ricoverato al Santo Stefano perché positivo al tampone. "E’ rimasto ricoverato per 11 giorni. Le notizie sul suo stato di salute mi arrivavano ogni giorno, ma è stata dura: vivevo in uno stato di sospensione perché lui faceva molta fatica a parlare. Ogni giorno mi dicevano che i medici non potevano sciogliere la prognosi, fino a che non è stato dimesso ed io invece sono peggiorata".

A Pasqua Alessandra è stata portata in pronto soccorso con l’ambulanza come sospetto Covid: "Fatti gli accertamenti, con la situazione in via di risoluzione, sono stata dimessa con la terapia antibiotica con azitromicina, che si è rivelata miracolosa". Il decorso è andato bene: il primo tampone di controllo a casa con la paura di non essere negativa al virus. "Il primo maggio ha saputo di esserlo ed il 7, dopo aver fatto il tampone drive in, ho avuto la risposta della definitiva guarigione. E’ stata una vera liberazione", dice ora col sorriso sulle labbra. "Sono stati mesi di ansia, passati a contare i giorni per essere sicuri di non aver infettato nessuno dei nostri cari e dei colleghi di lavoro". Ora la vita sta tornando alla normalità: "Sono rimasta traumatizzata. Io e mio marito ci sentiamo come se avessimo fatto un brutto sogno. Come se il tempo si fosse fermato. Ma adesso è giusto essere di aiuto per chi ne ha bisogno". © RIPRODUZIONE RISERVATA