LAURA NATOLI
Cronaca

Prato, dieci anni dal rogo di via Toscana. Controllate più di 18.000 aziende

Oggi al Centro Pecci il seminario sul piano "Lavoro sicuro" rinnovato fino al 2025. "Il progetto si autofinanzia"

La fiaccolata per ricordare le sette vittime del rogo della Teresa Moda scoppiato il primo dicembre 2013

La fiaccolata per ricordare le sette vittime del rogo della Teresa Moda scoppiato il primo dicembre 2013

Prato, 1 dicembre 2023 – Sono 18.625 le imprese controllate in quasi 10 anni, di cui 10.939 nell’area pratese. Dieci anni fa quelle completamente in regola erano solo una su cinque, nel 2020 erano una su due nel territorio di Prato e sei su 10 in tutta la piana. Nel 2023 quelle regolari sono salite al 64 e 66%. Solo nel 2014, anno in cui è partito il progetto "Lavoro sicuro", sono stati incassati più di 25 milioni di euro dalle sanzioni fatte per le varie irregolarità, comprese quelle fiscali.

Un progetto che si autofinanzia senza pesare sulle casse della sanità pubblica. Un "successo" per i promotori che oggi sono pronti a fare il punto sul servizio durante il seminario "Lavoro Sicuro - Analisi e prospettive" che si terrà a partire dalle 9 al Centro Pecci per ricordare la tragedia passata alla "storia" con il nome di "Rogo di via Toscana". Oggi sono passati dieci anni esatti da quella tragedia: sette operai cinesi morti soffocati nel terribile incendio divampato all’interno del pronto moda per cui lavoravano, la Teresa Moda, in via Toscana 64. Un capannone pieno di abusi edilizi e irregolarità sul fronte della sicurezza nel quale gli operai non solo prestavano la loro opera ma vivevano, mangiavano e dormivano nei loculi dormitorio allestiti in modo del tutto abusivo al piano superiore dell’enorme stanzone.

I sette operai furono colti nel sonno dal terribile rogo che, partito da un corto circuito di una stufa elettrica, si autoalimentò a causa del tessuti sintetici e del materiale altamente infiammabile contenuto nel pronto moda. Per loro non ci fu scampo, non ci fu via di salvezza. Il convegno organizzato oggi, oltre a ricordare il sacrificio delle vittime, vuole fare il punto su quanto è stato fatto in questi dieci anni per impedire che situazioni del genere possano ripetersi. Punto che sarà fatto alla presenza del sindaco Matteo Biffoni, del presidente della Regione Eugenio Giani, del procuratore facente funzione Laura Canovai, del direttore del Dipartimento Prevenzione Azienda Usl Toscana Centro, Renzo Berti.

La buona notizia è che il progetto proseguirà fino almeno a tutto il 2025. Per il "Piano lavoro sicuro", lanciato nel 2014 dalla Regione pochi mesi dopo quel rogo maledetto, furono assunti 74 nuovi giovani ispettori per la sicurezza dell’Asl Toscana Centro per controllare a tappetto in tutta l’area metropolitana – per lo più a Prato ma anche a Firenze, Empoli e Pistoia – le aziende più a rischio, quelle dove le più elementari norme di sicurezza rischiavano di non essere rispettate e accanto a macchinari si realizzavano, in violazione delle norme urbanistiche, cucine abusive alimentate da bombole a gas e loculi dormitorio.

Dal 2014 il piano è già stato rinnovato tre volte e sono state controllate 18.625 imprese, di cui 10.939 nell’area pratese. L’iniziativa, che si pone l’obiettivo di 922 ispezioni annue, viene adesso riproposta accompagnata da un nuovo impulso dato alle attività di informazione, formazione e assistenza. Molte aziende pratesi e della piana sono state danneggiate dalla recente alluvione e non hanno ripreso l’attività. In questi territori gli uffici della Asl sono a disposizione delle aziende per fornire aiuto, nella fase di ricostruzione, per allestire ambienti di lavoro sicuri.

I controlli hanno avuto risvolti positivi anche sul fronte della regolarità fiscale e del pagamento delle tasse, sullo sfruttamento della manodopera e il contrasto alla concorrenza sleale che fa male al tessuto economico più sano e ligio alle regole. I costi del programma continueranno a non gravare sul fondo sanitario: i 500 mila euro necessari per i prossimi due anni di attività saranno coperti dai proventi delle sanzioni comminate sulla sicurezza sul lavoro.