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Il trittico del Maestro di Mezzana torna a Prato: un dono natalizio per la città

La Fondazione Cassa di Risparmio dona il trittico del Maestro di Mezzana al Museo di Palazzo Pretorio di Prato.

La Fondazione Cassa di Risparmio dona il trittico del Maestro di Mezzana al Museo di Palazzo Pretorio di Prato.

La Fondazione Cassa di Risparmio dona il trittico del Maestro di Mezzana al Museo di Palazzo Pretorio di Prato.

Un dono di Natale per la città. La Madonna in trono con Bambino tra i santi Luigi di Tolosa e Francesco, un trittico in forma di altarolo portatile del pratese Maestro di Mezzana, torna a Prato dopo secoli. La Fondazione Cassa di Risparmio ha acquistato questa preziosa opera trecentesca, proveniente da un’importante collezione privata, e ha deciso di donarla alla comunità: entrerà a far parte della collezione del Museo di Palazzo Pretorio.

Si tratta di un raffinato fondo oro, straordinariamente conservato, che racconta particolari di una fase significativa della storia della città, quella della signoria dei D’Angiò, che garantì alla guelfissima Prato l’autonomia da Firenze. "Siamo di fronte a un’opera emblematica che nella sua singolare originalità, più di altre, racconta il nostro passato e che è giusto mettere a disposizione di tutti - sottolinea la presidente della Fondazione Diana Toccafondi - Condividere la conoscenza e godere del patrimonio culturale contribuisce a rendere più coesa la nostra comunità, per questo abbiamo scelto di consegnare il trittico alla fruizione pubblica donandolo al Museo civico. In qualche modo, è il nostro regalo di Natale alla città. Il ritorno a Prato di questa opera ha un alto valore simbolico: è un segno di speranza e di fiducia nel futuro, nonostante tutte le difficoltà".

Se l’annuncio ufficiale dell’acquisizione è di ieri mattina, la possibilità di ammirare il dipinto al primo piano di Palazzo Pretorio sarà data ai pratesi il 14, 15 e 16 febbraio, con un’apertura speciale del museo a ingresso gratuito. "Con questa donazione la Fondazione ha incarnato perfettamente lo spirito che ciascuno di noi, ente pubblico, associazione o singolo cittadino, deve avere per migliorare la città. A nome di tutta la comunità grazie alla presidente Diana Toccafondi per questo prezioso dono", è il commento della sindaca Ilaria Bugetti.

Sulla tavola centrale dell’altarolo è dipinta la Madonna in trono con Bambino tra i santi Luigi di Tolosa e Francesco, sulla laterale sinistra si trovano la Crocifissione e l’Angelo dell’Annunciazione, sulla destra la Madonna della Misericordia e la Vergine Annunciata. A raccontare i particolari che caratterizzano il trittico è la storica dell’arte Lia Brunori. "Più che probabile la committenza cittadina, ascrivibile a una personalità di rilievo appartenente alle istituzioni locali certo legata ai Francescani, cui rimandano le figure di san Francesco e san Ludovico di Tolosa – spiega –, ma forse vi si può leggere anche un riferimento allo Spedale della Misericordia, la cui icona mariana campeggia in bella vista nello sportello di destra. I personaggi raffigurati sotto il manto della Madonna, con inaspettata freschezza e vivacità da miniatore, sembrano dei piccoli ritratti, fra i quali si può forse riconoscere il baffuto Carlo D ’Angiò, duca di Calabria e Signore di Firenze dal dicembre del 1326 al 1327, quando estese la sua signoria anche a Prato".

Secondo Brunori, i riferimenti storici fanno coincidere la realizzazione dell’altarolo intorno agli anni Venti del Trecento. "Davvero curiosa la presenza di una figura femminile con soggolo e cuffia, inginocchiata in primo piano e intensamente rivolta in preghiera alla Vergine – aggiunge Brunori –: potrebbe essere la giovane moglie di Carlo di Calabria, quella Maria di Valois che giunse a Firenze in stato di gravidanza e che nelle doglie del parto nell’aprile del ’27, secondo la tradizione, si affidò al culto pratese della Cintola. Dopo aver ricevuto una cordicella che era stata a contatto con il Cingolo della Madonna cessarono i dolori e partorì un figlio maschio".

Ulteriore elemento di interesse e di originalità è la presenza, sul dorso del trittico, di scritte coeve, probabilmente dello stesso pittore, che identificano i soggetti rappresentati.

Ma chi era il Maestro di Mezzana? L’interesse per questo artista è cresciuto a partire dalla metà del Novecento. Venne così battezzato per la prima volta dal celebre studioso Richard Offner, nel 1956, facendo riferimento a due tavole provenienti da un trittico della chiesa di San Pietro a Mezzana, conservate nel Museo diocesano insieme a una deliziosa Madonna del parto, precoce testimonianza di un soggetto iconografico destinato a grande fortuna. Le sue caratteristiche stilistiche sono improntate alla più aggiornata pittura fiorentina post giottesca e la sua presenza a Prato è stata di sicuro rilievo, come testimoniano anche gli affreschi realizzati in Palazzo comunale.

Il dipinto ha una importante storia collezionistica che ne testimonia il valore artistico. L’opera è documentata intorno al 1950 presso Ettore Sestieri, antiquario fra i più noti. Fu acquisita poi dal mercante e collezionista fiorentino Carlo De Carlo per giungere negli Stati Uniti nella collezione Alana, una delle raccolte private più importanti al mondo. È stata recentemente presentata dall’antiquario Flavio Gianassi alla Biennale Internazionale d’Arte di Firenze per un valore di 190mila euro e, a conclusione di una trattativa che ha soddisfatto entrambe le parti, è stata acquisita dalla Fondazione per 145mila euro. Si tratta di un intervento che arricchisce il patrimonio della Fondazione, non incide sul potenziale erogativo dell’ente e consente il ritorno dell’opera alla fruizione pubblica.

"Da pratese, sono molto orgoglioso dell’attenzione che questa opera, uno dei tesori più antichi della nostra città, ha suscitato nella Fondazione Cassa di Risparmio – commenta Gianassi –. Come mercante d’arte, la soddisfazione è ancora maggiore nel poter collaborare con le istituzioni per riportare quest’opera nella sua collocazione ideale. Questo è un esempio concreto di come la sinergia tra privato e pubblico possa fare la differenza nel preservare e promuovere il nostro patrimonio artistico".