Il teatro contro la violenza di genere Storie in scena in una stanza di vetro

"Io non muoio più" è il progetto di Metastasio e Centro La Nara. La performance ideata dal regista. Rubio è costruita intorno ai racconti anonimi che possono essere lasciati in apposite cassette postali

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Una stanza dalle pareti trasparenti, collocata in una delle piazze del centro storico - forse piazza delle Carceri - dove far agire attori, vittime e carnefici, di quei drammi di violenza di genere troppo spesso nascosti e protetti fra le quattro mura domestiche. Teatro e sociale vanno a braccetto in una forma dirompente di denuncia grazie a "Io non muoio più", progetto speciale per Contemporanea Festival 2022, che vedrà la luce a settembre dopo sei mesi di gestazione nei quali coinvolgere la collettività pratese. La performance pubblica sarà costruita grazie alle testimonianze rispetto a fatti di violenza di genere subiti a livello personale o che vedono coinvolti familiari o amici. Racconti, parole, che i cittadini, in forma anonima, potranno depositare da ora fino a settembre in una delle 12 cassette in altrettanti punti della provincia. "Le cassette saranno uno spazio di denuncia contro la violenza di genere e casse di risonanza per chi non ha voce", ha detto il regista e drammaturgo argentino Fernando Rubio, che elaborerà in forma artistica le testimonianze. Un’idea che ha debuttato nel 2017 al Festival Internazionale delle arti sceniche di Montevideo, sposata dal Metastasio. La giusta collocazione è il cartellone di Contemporanea festival, diretto da Edoardo Donatini, dal 16 al 25 settembre prossimo. ll Met ha coinvolto come partner il Centro Antiviolenza La Nara, grazie al quale hanno aderito Cgil, Circoli Arci, Centro salute donna e biblioteca Lazzerini. "Un progetto che viene da lontano, fermato dalla pandemia", ha detto l’assessore alla cultura Simone Mangani nel presentare l’iniziativa. "Un’idea che intende stimolare una riflessione sul tema della violenza di genere, promuovendo un cambio di approccio culturale", afferma l’assessore Ilaria Santi. Il regista Rubio, in collegamento da Rio de Janeiro, ha spiegato quale sarà l’obiettivo. "L’installazione intende suggerire lo spazio privato della dimensione domestica che si palesa al mondo esterno, divenendo visibile a chiunque, attraverso pareti trasparenti. Alla fine lo spettatore, che potrà seguire da vicino gli attori, la vittima ed il carnefice, dovrà chiedersi: cosa fare perché tutto questo non accada?". "Io non muoio più" è il grido di aiuto di chi non ha voce, "un’operazione politica, estetica e un progetto che si alimenta del vissuto dei singoli per parlare alla collettività", aggiunge il regista. Soddisfazione è stata espressa da Francesca Ranaldi, presidente del Centro La Nara. "La cultura è un modalità di riscatto per le donne che vogliono fuggire dalla spirale di violenza". E a proposito ricorda, insieme al presidente della Fondazione Met, Massimo Bressan, il "biglietto sospeso per partecipare a spettacoli teatrali e dare loro la possibilità di lasciare i soliti luoghi sociali. Alla Nara raccogliamo le parole di tante donne, primo passo per uscire da un incubo. E’ necessario creare, responsabilmente, una nuova cultura che coinvolge tutti, uomini e donne".

Sara Bessi