REDAZIONE PRATO

Il postino moderno non suona (quasi) più "Troppi precari, così la macchina arranca"

Un terzo dei quartieri ha portalettere che cambiano mese dopo mese. La Cgil: "Servono stabilizzazioni per migliorare la qualità del servizio"

Dieci sportellisti, 28 portalettere e un numero di precari pari al 36% della pianta organica. Sono i numeri delle carenze di personale nei vari settori di Poste Italiane in provincia di Prato. A fornire i dati è la Cgil Toscana, che dallo scorso 1 marzo ha aperto un conflitto di lavoro in tutti i territori provinciali. Una delle prime conseguenze è stata l’astensione da parte del personale di Poste iscritto al sindacato dallo svolgimento degli straordinari e dalle prestazioni aggiuntive. Una modalità di protesta che andrà avanti fino al 13 aprile. "Protestiamo per potere garantire un servizio migliore, per condizioni di lavoro sostenibili da un punto di vista della sicurezza e della salute dei lavoratori e per la necessità di assicurare a tutti i dipendenti gli stessi diritti, compresi coloro che sono assunti con contratti a tempo determinato", spiegano dalla Cgil. La mobilitazione dei lavoratori di Poste legati al sindacato di piazza Mercatale arriva in seguito a mesi di proteste da parte della cittadinanza sulle code agli sportelli e soprattutto sui ritardi nella consegna della posta in cassetta.

In questi mesi anche La Nazione ha raccolto e raccontato le decine e decine di segnalazioni arrivate da ogni parte della città su bollette, comunicazioni e posta ordinaria che non arrivava in tempo nelle case dei pratesi. E che in alcuni casi non è proprio mai giunta a destinazione. Adesso alle proteste dei cittadini si sommano anche i malumori di una parte dei dipendenti. "La pesante carenza di personale è causa di ricadute sui lavoratori per quanto riguarda trasferte, straordinari, ferie, formazione, oltre che di disservizi per l’utenza", proseguono dalla Cgil. "Una situazione che espone i lavoratori alle sempre più frequenti aggressioni da parte dell’utenza agli operatori". La Cisl invece non aderisce a questa mobilitazione, preferendo "altri metodi per tutelare i diritti dei lavoratori e dell’utenza".

Tornando ai dati forniti dalla Cgil, aggiornati a fine febbraio 2022, Prato è la provincia col numero più alto di personale precario fra i portalettere. Il 36% di contratti a tempo determinato significa avere un terzo dei quartieri con postini che mese dopo mese cambiano e che quindi devono nuovamente imparare zone, strade e peculiarità delle varie frazioni. Poi ci sono i problemi dei Centri di smistamento: secondo la Cgil a marzo 2022 l’organico stabile è di 100,5 addetti, quello previsto però è di 132, quindi l’organico stabile mancante è al 23,9%. "Urgono assunzioni stabili dei precari, per migliorare la qualità del lavoro e del servizio", sottolineano dalla Cgil che racconta pure come negli ultimi cinque anni si siano perse in Toscana "690 unità negli uffici postali, e 890 dipendenti nel comparto del recapito logistico della posta". "Si apra una riflessione sul futuro del servizio, con interventi di investimento sul capitale umano che rimane la risorsa principale per ogni risultato e obiettivo da conseguire", chiariscono dal sindacato. "Poste dovrebbe diventare un luogo di raccolta e smistamento delle istanze di cittadini, clienti e consumatori dirette alla pubblica amministrazione e alle imprese. L’ufficio postale dovrebbe strutturarsi sia per divenire il fulcro dello sviluppo delle potenzialità di crescita del mercato di raccolta e spedizione della corrispondenza, che come presidio per servizi dello Stato e delle istituzioni locali".

Stefano De Biase