
Il ponte distrutto dall’alluvione. Calvario di 5 famiglie per rincasare: "Costretti a guadare il torrente"
Un tira e molla che va avanti da mesi quello fra gli abitanti di Grisciavola – piccolo borgo sopra La Tignamica – e i vari enti che dovrebbero aiutarli a tornare a casa, dopo che il ponticino sul torrente che li separa dalla viabilità principale è stato distrutto dall’alluvione di novembre.
Un percorso che sembra un calvario quello delle 5 famiglie che abitano nel borghetto, nel quale hanno coinvolto avvocati e geometri per non arrivare a niente: le case sono raggiungibili solo guadando il corso d’acqua e con 400 metri di strada da fare a piedi, anziani e bambini compresi: spesa e bombole del gas – a cui qualcuno ha riadattato la caldaia precedentemente alimentata dal bombolone del gpl, che ovviamente non è stato possibile più riempire dal 2 novembre – si trasportano a piedi o con un trattorino. "Non avendo potuto accendere il riscaldamento questo inverno – spiegano alcuni degli abitanti del borgo - gli interni delle case sono pieni di muffa. Ma preoccupa la stagione estiva: dovremmo sfalciare i campi, per il rischio incendio, ma i mezzi non passano".
Sette mesi passati ad arrangiarsi, con la paura poi che in caso di malore, ci fosse bisogno di un’ambulanza, che al ponte interrotto si dovrebbe fermare. "Hanno messo dei cartelli di divieto di transito, anche a piedi, prima del ponte di cui è rimasta solo la copertura superficiale – proseguono – e la beffa è che la gente passa ugualmente: la strada è stata inserita, senza il nostro consenso, nella ’Via delle Rocche’ e quindi ci sono camminatori che passano ancora da qui, anche a cavallo". Una questione difficile, dato che i proprietari asseriscono che la strada in questione ha uso pubblico e quindi si aspettano che il Comune faccia la sua parte.
"Il Comune di Vaiano ha emanato plurimi atti in cui l’intero tracciato di via di Grisciavola è qualificato come strada ad uso pubblico, ha emesso sanzioni e ordinanze, ha rilasciato i passi carrabili su di esso ubicati, con riscossione del contributo, ed ha attribuito i numeri civici degli immobili nel borgo di Grisciavola, raggiungibili dalla via", sostengono, forti di una delibera del 2008 in cui si evince la volontà del Comune di far diventare pubblica la strada. L’altra questione riguarda il torrente, del reticolo idrografico gestito dalla Regione, e che quindi per quel che riguarda il ponte "è tenuta alla sua manutenzione e ricostruzione", ribadiscono. Fatto sta che, dopo colloqui con gli uffici tecnici e risposte non proprio confortanti, l’avvocato incaricato dalle 5 famiglie ha proposto una mediazione, con la Regione e il Comune. Mediazione che si sarebbe dovuta svolgere l’altra settimana e che invece ha lasciato a bocca asciutta gli abitanti, visto che in Tribunale si sono presentati solo loro. Sul problema risponde il Comune: "La questione di Grisciavola – spiega una nota - è risolvibile solo se c’è una concreta intesa tra tutti i soggetti interessati, privati e pubblici, che dovrebbero, tutti insieme, chiedere il riconoscimento dell’utilità pubblica della strada. Da questa base si potrebbe partire per attivare un percorso concreto, fuori da polemiche strumentali che non servono a nessuno".
Claudia Iozzelli