Il Maestro di Mezzana. Un prezioso trittico alla Biennale di Firenze. Grazie a un pratese

Dal 28 settembre torna la più grande mostra mercato d’arte italiana. Flavio Gianassi espone un’opera del pittore pratese del Trecento. considerato il più prolifico interprete dell’opera giovanile di Giotto. .

Il Maestro di Mezzana. Un prezioso trittico  alla Biennale di Firenze. Grazie a un pratese

L’antiquario ed esperto d’arte pratese Flavio Gianassi.. Oggi vive e lavora a Londra

La nostra città in primo piano alla prossima Biennale internazionale dell’antiquariato di Firenze, in programma a Palazzo Corsini dal 28 settembre al 6 ottobre. La mostra mercato che riunisce il meglio dell’antiquariato nazionale ed internazionale e della quale il pratese Fabrizio Moretti è segretario generale dal 2014, ospiterà un raro trittico portatile del pittore pratese del XIV secolo chiamato Maestro di Mezzana. E questo grazie a un altro pratese: l’antiquario ed esperto d’arte Flavio Gianassi, classe 1977, che oggi vive e lavora a Londra, dove ha fondato la FG Fine Art Ltd, dopo aver collaborato per oltre dieci anni con lo stesso Moretti, come direttore della sua galleria londinese, una delle più importanti per l’arte antica italiana.

Nonostante la vicinanza a Firenze, Prato fu per gran parte del Trecento un importante centro artistico a sé stante e la vicenda del Maestro di Mezzana lo conferma. E’ un nome convenzionale che gli venne dato, tentando una provvisoria ricostruzione della sua carriera, nel 1956 da Richard Offner, che per primo raccolse un piccolo nucleo di dipinti attorno alla Madonna col Bambino e San Pietro, ora ai Musei Diocesani di Prato, parti di un polittico smembrato proveniente dalla chiesadi San Pietro a Mezzana. Il prezioso trittico portatile realizzato per la devozione privata che sarà presente alla Biennale è considerato tra le sue opere di maggiore qualità. La presenza di san Ludovico di Tolosa (in piviale a fiori di giglio) canonizzato nel 1317 consente di datare il dipinto intorno al 1320; la compresenza di San Francesco d’Assisi suggerisce che si trattasse di un’opera di mecenatismo francescano. Il trittico presenta anche alcune interessanti peculiarità a livello iconografico: la relativa rarità della rappresentazione della Crocifissione nell’anta sinistra (di solito appare sul lato opposto) nella pittura fiorentina della prima metà del Trecento e, ulteriore rarità a questa data, la rappresentazione della Madonna della Misericordia che fa di quest’opera una tra prime rappresentazioni di questo tema iconografico, promosso soprattutto dai due grandi ordini mendicanti. In anni più recenti il tabernacolo divenne proprietà del mercante e collezionista fiorentino Carlo De Carlo. Fu venduto dagli eredi all’asta di Semenzato nel 2003. Il trittico è poi riapparso ad una vendita di Christie’s a Londra nel 2006, dove era stato acquistato da un collezionista americano.

L’interesse per l’opera del Maestro di Mezzana è molto cresciuto negli ultimi anni. Probabilmente fiorentino, il pittore viene considerato il più prolifico interprete dell’opera giovanile di Giotto, ben prima della presenza a Prato di pittori famosi come Taddeo Gaddi o Bernardo Daddi. Secondo Angelo Tartuferi, tra i maggiori esperti di pittura italiana dal Medioevo al Quattrocento e già direttore della Galleria dell’Accademia e del Museo di San Marco di Firenze, proprio al Maestro di Mezzana fu dato l’incarico di dipingere parti del magnifico salone del primo piano di Palazzo Pretorio. Grazie all’amore per l’arte di due pratesi di oggi, il trittico del Trecento del maestro pratese sarà uno dei protaganisti della Biennale, la grande mostra dell’arte italiana.

an.be.