
Sono diversi i rapporti che legano Leonardo a Prato. Era nato a Vinci, com’è noto, ma la nonna paterna Lucia era originaria di Bacchereto, la frazione di Carmignano che si affaccia sul versante settentrionale del Montalbano. Sposando Lucia, il nonno di Leonardo, Antonio, aveva ereditato alcune proprietà a Bacchereto, tra cui una fornace, per cui è facile immaginare che il nipote avesse imparato da ragazzo l’arte della cottura della ceramica già prima di trasferirsi a Firenze. Inoltre, il nonno aveva girovagato a lungo per la Spagna e il Marocco, era diventato mercante e aveva avuto rapporti diretti con la Compagnia di Catalogna del famoso mercante Francesco Datini. Si parlerà anche di questo giovedì 8 giugno, ore 21, al Beste-Hub di via Bologna, nel corso della presentazione del libro di Carlo Vecce Il sorriso di Caterina. Un romanzo che svela il segreto più importante della vita di Leonardo: la madre Caterina era una schiava orientale, catturata nei pressi della colonia veneziana di Tana, nel Mare di Azov alla foce del fiume Don, trasferita prima a Costantinopoli e poi Venezia, venduta in seguito a un mercante che l’aveva portata a Firenze, dove era stata sedotta da Ser Piero, il padre del ‘genio universale’, poi liberata e fatta sposare con un contadino di Vinci. "Caterina, figlia di Jacob, schiava o serva proveniente dalla Circassia" è il testo (latino) dell’atto notarile rintracciato da Vecce all’Archivio di Stato di Firenze, che certifica non solo il nome del padre di Caterina ma soprattutto la sua la sua terra d’origine: la Circassia, zona del Monte Caucaso, che Leonardo avrebbe raffigurato nel paesaggio di sfondo della sua prima opera, il quadro dell’Annunciazione conservato agli Uffizi, che ci presenta una città portuale (Tana), sormontata da un’altissima montagna con due vette (il Monte Elbrus).
Con maestria Vecce ha raccontato le mirabolanti traversie di questa donna di grande bellezza ed intelligenza, la cui vita si era intrecciata con quella di pirati, schiave, avventurieri e mercanti, uomini e donne che l’avevano comprata, rivenduta, violata. Un romanzo di avventura che è anche una storia di liberazione e di lotta per l’affermazione della dignità delle persone.
Walter Bernardi