Il furbetto dei certificati medici. A casa per 400 giorni in 15 mesi

Dipendente comunale a processo per falso materiale. Aveva ritoccato un attestato on line rilasciato dal medico duplicandolo per ben 75 volte durante il Covid. L’amministrazione non si è costituita parte civile.

Il furbetto dei certificati medici. A casa per 400 giorni in 15 mesi

Il furbetto dei certificati medici. A casa per 400 giorni in 15 mesi

Settantacinque certificati medici per giustificare l’assenza dal lavoro. Ben 372 giorni passati a casa anziché in ufficio, in appena un anno e tre mesi. Un record per un dipendente, 64 anni, del Comune di Prato che adesso, però, si trova nei guai: il giudice per l’udienza preliminare lo ha rinviato a giudizio, su richiesta della procura, con l’accuse di falso materiale.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini condotte della polizia municipale, l’uomo avrebbe riprodotto in serie alcuni certificati di malattia, con la firma di tre medici diversi, per potersi assentare dal lavoro nel periodo più duro del Covid quando c’erano i vari lockdown imposti dal governo. Dall’agosto del 2020 al dicembre del 2021, il dipendente avrebbe presentato ben 75 certificati medici tutti a suo nome, in alcuni dei quali si attestava che l’uomo era affetto dal Covid. Difficile capire se fosse vero o no.

Evidentemente tutti quei certificati di malattia hanno creato dubbi tanto che la polizia municipale ha cominciato a indagare. Secondo quanto emerso l’uomo sarebbe riuscito a replicare per ben 75 volte un certificato medico, questa volta vero, di quelli che vengono compilati on line dal dottore. Per fare ciò si era avvalso di strumenti per la conversione dei file riuscendo a cambiare data, prognosi e tipo di malattia. Una vera e propria fabbrica del ’falso’ che aveva permesso al dipendente di stare a casa e continuare a percepire lo stipendio in un periodo in cui le visite fiscali, probabilmente, erano limitate a causa del diffondersi della pandemia. In quindici mesi l’uomo si è assentato dal lavoro per oltre la metà del tempo quando in realtà, è stato accertato, non avesse nessuna patologia particolare.

Durante le indagini, sono stati sentiti anche i tre medici le cui firme comparivano sulla valanga di certificati presentati dall’uomo. I tre dottori hanno disconosciuto di aver compilato quei certificati. Un falso in tutto e per tutto e una tecnica ben studiata usata per contraffare l’unico attestato originale.

L’uomo è stato prima indagato e poi la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per falso. Il gup ha disposto il processo fissando la prima udienza ad aprile.

Nell’ambito del procedimento il Comune ha deciso di non costituirsi parte civile.

Laura Natoli