Eva Desiderio
Cronaca

Il filo della vita si è spezzato. La moda piange Giuliano Coppini

Il fondatore di Lineapiù, pratese geniale, è morto a 72 anni

Giuliano Coppini (foto Attalmi)

Prato, 15 luglio 2015 - "IL FILO mi nasce nella testa la sera, quando vado a letto. Più spesso la domenica, me lo immagino prima di addormentarmi. Poi ci sono mesi di studio, di ricerca, perché il processo di realizzazione è lungo e spesso bisogna inventare anche delle macchine speciali». Giuliano Coppini, il re dei filati, fondatore nel 1975 di Lineapiù, morto a 72 anni ieri mattina in una clinica fiorentina dopo una malattia che non dà scampo, solo un mese e mezzo fa raccontava questi suoi segreti e speciali momenti di creatività che lo ha portato per tutta la vita ad essere oltre che un imprenditore di fama anche un artista del filo. Una dote che il mondo gli ha sempre riconosciuta, consacrata durante l’affettuosa standing ovation piena di stima e ammirazione che gli hanno riservato tutti gli ospiti dell’evento del 1 luglio scorso nel Salone dei Cinquecento per la celebrazione dei 40 anni di Lineapiù Italia, nel primo giorno di Pitti Filati. «Gico», come lo hanno sempre chiamato in famiglia e i tanti clienti che lo hanno molto amato e che domani saranno ai funerali, ha lavorato fino alla fine, creando l’ultimo filo delle meraviglie, uno straordinario filo d’oro che lo consacra nell’olimpo dei grandi della Moda. E questo impegno e questa passione sconfinata sono l’eredità più grande per la figlia Lola Paoli Coppini, che lo ha sempre affiancato in azienda a Capalle, dove domani i cancelli resteranno chiusi.

«QUANDO ho cominciato nel 1975 –raccontava Giuliano a chi scrive – con Lineapiù ho aperto una strada nuova: allora a Prato la qualità era una cosa aleatoria, figuriamoci i servizi. Io ho sempre lavorato sulle materie nobili e sulla salute dei clienti perché volevo fondare una vera cultura di prodotto». Autodidatta, Coppini, uscito dalla scuola tessile «Buzzi» col massimo dei voti, cominciò questa bellissima avventura d’impresa e d’ingegno anche perchè aveva nelle orecchie fin da ragazzo il rumore dei telai, quella cultura pratese che tanto ha amato e che con il suo lavoro ha fatto diventare internazionale. Collaborando sempre in stretta sintonia coi grandi stilisti, da Giorgio Armani ad Azzedine Alaia, e con grandi griffe come Max Mara o Chanel, solo per citarne alcuni. «Ciao, Guerriero!» così lo ha salutato ieri Alessandro Bastagli, presidente e amministratore delegato di Lineapiù Italia dall’ottobre 2010 quando ha rilevato l’azienda. «Abbiamo lavorato insieme per 5 anni, fianco a fianco – racconta Bastagli – per il rilancio, la cosa alla quale teneva di più. Giuliano Coppini anche nei momenti più difficili ha sacrificato tutto per difendere l’azienda. E le sue invenzioni nel campo dei filati restano meravigliose». Una su tutti, il primo filo inventato da Gico, quel Camelot della prima cartella colori conservata nell’Archivio Storico Lineapiù, sempre replicato in quarant’anni di collezioni a Pitti Filati e anche ora nelle sue mani per l’eternità.

ALLA NOTIZIA della sua scomparsa un coro di commozione da parte di tante personalità del fashion, da Ferruccio Ferragamo a Laura Lusuardi, e poi Deanna Ferretti Veroni, Ermanno e Toni Scervino, Andrea Cavicchi, Leandro Gualtieri e Piero Taddeucci Sassolini. «Coppini è stato un serio imprenditore che ha espresso l’eccellenza nel mondo dei filati», ricorda Stefano Ricci, Presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana. «Giuliano è stato sempre un riferimento per il Comitato tecnico di Pitti Filati del quale ha sempre fatto parte, la sua è una gran mancanza», aggiunge l’ad di Pitti Immagine Raffaello Napoleone. Addio Giuliano, il sogno e la magia dei tuoi fili sarà sempre nel nostro cuore.