
di Miaomiao Huang
Che il 2020 non potesse essere un anno normale, almeno per i cinesi, era abbastanza scontato. L’anno del Topo – che deve ancora terminare – nella tradizione del Dragone non è mai un anno banale. Basti pensare al 2008: nello stesso anno la Cina ha vissuto contemporaneamente la tragedia del terremoto nel Sichuan e l’avventura delle Olimpiadi, con quest’ultimo che fu l’evento cruciale che di fatto diede il via all’operazione di espansione vertiginosa nel mondo del colosso asiatico. Tragedia e poi rinascita, una dopo l’altro. "Ed è l’auspicio che si realizzi la stessa tensione anche in questa ultima parte dell’anno del Topo", dice con ottimismo Qingbing, giovane studentessa di economia.
"Come sappiamo quest’anno è stato tutt’altro che banale. Abbiamo vissuto il dramma della pandemia, ma finalmente grazie al vaccino iniziamo a vedere spiragli di luce all’orizzonte. Per noi cinesi è così: i momenti tragici fanno germogliare sempre una rinascita". Concetto che sta alla base della filosofia Yin e Yang, ma che dovrà essere confermato da qui al 12 febbraio, data in cui finalmente terminerà l’anno del Topo e inizierà quello del Bufalo, il secondo segno del ciclo dei dodici anni dell’oroscopo cinese. Una certezza per questo nuovo anno del calendario lunare però c’è già: le tradizionali celebrazioni del Capodanno cinese a Prato non ci saranno. "Dobbiamo fare i conti con la realtà – spiega Davide Finizio, segretario del Tempio buddista PuHua – La situazione non permette festeggiamenti in grande stile. Lo scorso anno siamo riusciti a fare almeno la cerimonia della campana, sarebbe bello poter fare la stessa cosa pure a febbraio. Quel che è certo è che per il secondo anno consecutivo non ci sarà nessuna sfilata del Dragone". Il capodanno cinese del 2020 combaciò infatti proprio con l’inizio della pandemia. L’Italia era nella fase immediatamente precedente all’individuazione del paziente zero, mentre la Cina piangeva già da più di un mese i suoi morti. Fu in quel contesto che il Consolato chiese l’interruzione dei preparativi della tradizionale cerimonia. All’epoca fu bloccato tutto per solidarietà verso chi stava vivendo l’incubo del virus, oggi invece l’incubo lo stiamo vivendo ogni giorno e una festa che raduna migliaia di persone per le strade, che negli ultimi anni per la nostra città iniziava a rappresentare anche un volano per il turismo, non è minimamente immaginabile. Il capodanno è poi per la comunità cinese un momento molto importante di socialità in famiglia, di riposo, di ritorni in patria. Un po’ come lo è il periodo natalizio per gli occidentali. Ma quest’anno nessuno si muoverà e i contatti tra le persone saranno drasticamente ridotti. "Abito a Prato da poco più di 10 anni – racconta Luciano, titolare di una piccola pescheria in piena ChinaTown – Non ho mai saltato una sfilata e ora per il secondo anno consecutivo sarò invece costretto, come tutti i miei concittadini, a vivere questo momento con assoluta sobrietà. Lo trascorrerò sicuramente assieme ai miei familiari stretti, sperando che presto si possa tornare alla normalità". E l’augurio più sentito è che sia il Bufalo quindi, con tutta la sua forza, a trainare questo tempo difficile verso un futuro più sereno. La comunità cinese di Prato ci crede.