"Il 118 ora va a singhiozzo" Bosi scettico sui nuovi dati

Il sindaco di Vaiano racconta i casi recenti che evidenziano le criticità del nuovo assetto dei soccorsi in Vallata: "Anche 20 minuti di attesa".

"Il 118 ora va a singhiozzo"  Bosi scettico sui nuovi dati

"Il 118 ora va a singhiozzo" Bosi scettico sui nuovi dati

Non si dà pace Primo Bosi per le mancate risposte sul problema del nuovo assetto del 118, che ha visto cancellare da Vaiano il medico dalle ambulanze. "Ho già parlato con l’assessore regionale alla Sanità – spiega il sindaco di Vaiano – che dovrei incontrare di persona a breve, da lui ho avuto per ora rassicurazioni a voce ma mi muovo anche sui canali istituzionali. Stessa cosa successa con l’Asl; ogni volta che parlo con loro mi rassicurano, mi avevano detto che al termine della formazione degli infermieri il discorso di Vaiano sarebbe stato rivisto, invece nonostante la diffida alla Asl della scorsa settimana, non siamo ancora a niente. Mi continuano a dire che mancano medici ed infermieri, ma a questo punto dubito che il corso di primo soccorso sia stato fatto".

Il dialogo è aperto, quindi, ma mancano le risposte – la richiesta di Bosi è almeno un infermiere h12 – a fronte di una situazione che in alcuni casi ha del paradossale. A raccontare i recenti episodi che hanno evidenziato la criticità del nuovo assetto valbisentino dei soccorsi, è lo stesso Bosi. "Da gennaio riceviamo tutti i giorni i dati del 118 sul territorio vaianese – continua Bosi – e ho avuto modo di incrociarli con l’esperienza diretta da sindaco e le informazioni dai cittadini. Ci sono stati casi emblematici: su un semplice tamponamento, risolto con un codice giallo sono stati inviati due mezzi, uno col medico, e l’elisoccorso mentre su un infarto alle 4 di mattina il mezzo col medico che arrivava da Vernio ha impiegato 20 minuti, gli stessi che sono serviti per una signora che era caduta sotto al Municipio, a cui i soli volontari non potevano somministrare farmaci per il dolore. Nel caso dell’infarto poi, c’è stato anche un grosso disguido, che ha creato forte angoscia nei familiari: la famiglia era stata informata del trasporto della persona a Careggi, poi al nosocomio fiorentino ha saputo che non era mai arrivata. Era stata trasportata all’ospedale di Prato, probabilmente perché dalla centrale operativa si erano accorti che con un trasferimento a Careggi avrebbero lasciato la Valbisenzio senza medico troppo tempo. Una completa disorganizzazione, insomma: ho la sensazione che il nuovo sistema, troppo in tensione, stia condizionando chi opera, dando vita poi a casi di eccesso di zelo o di ritardi negli interventi".

Claudia Iozzelli