I problemi cronici. Mancano otto medici personale in affanno. E gli spazi sono stretti

Turni aggiuntivi dei dottori e di colleghi di altri reparti o esterni per mantenere gli standard. Ma servono rinforzi prima possibile .

PRATO

Il pronto soccorso del Santo Stefano ha dimostrato anche per il 2023 una certa resilienza, per niente scontata, dovendosi confrontare con criticità annose, come la carenza di personale e di spazi adeguati, ed emergenze contingenti come l’alluvione del 2 novembre scorso. A questi fattori si aggiunge la costante ascesa dell’affluenza di utenti, che ha ripreso a correre a 10mila presenza in più all’anno alla volta, dopo la pandemia.

Grandi numeri che accreditano il pronto soccorso pratese tra i più frequentati dell’Asl Toscana centro. Un’affluenza che mette sotto pressione un’organizzazione che ogni giorno fa ’miracoli’ per la tenuta della qualità delle prestazioni grazie alle professionalità a disposizione e alla loro buona volontà di non sottrarsi mai anche dai turni aggiuntivi. Del resto a marzo 2023 si è manifestato il disagio dei medici che in una lettera al ministero della Salute, al presidente della Regione, Eugenio Giani, e alle aziende sanitarie, rimarcavano che "i pronto soccorso sono al collasso": un grido di dolore sottoscritto da 288 professionisti.

Anche il pronto soccorso pratese non è da meno e sta subendo sia la fuga dei medici verso impieghi più remunerati e meno stressanti, sia la difficoltà di rimpiazzare le forze che se ne vanno. Al momento sono circa una ventina i medici in servizio al pronto soccorso di Galciana: l’organico avrebbe bisogno di almeno 7-8 professionisti in più.

Un’esigenza che tarda ad essere soddisfatta perché ancora non sono state messe a disposizione le graduatorie del concorso già espletato: un nodo che stenta a sciogliersi e che anche quando lo sarà, resterà l’incognita di quanti professionisti realmente vogliono prendere servizio. Nel frattempo il pronto soccorso pratese deve rispondere al fabbisogno di oltre 90mila cittadini. E per farlo si è dotato di una organizzazione che ha permesso un rafforzamento sul versante del personale. Così, grazie alla riforma regionale, gli stessi operatori del pronto soccorso possono fare turni in aggiuntiva: insieme a loro hanno aderito anche colleghi di altri reparti ospedalieri ed altri provenienti da strutture esterne. Tutti medici che hanno specialità equipollenti oppure che hanno già lavorato per la medicina d’urgenza.

Deve attendere ancora degli anni, invece, la questione della riorganizzazione degli spazi: saranno ampliati quando sarà ultimata la palazzina esterna "Biancalani", che porterà in dote oltre 100 posti letto.

Sara Bessi