
I legali: "Informati solo all’ultimo" E c’è chi vuole presentare l’esposto
Sconcertati, allibiti, perplessi. "E adesso cosa diremo ai nostri clienti? Di ripassare a fine anno per riavere indietro i soldi che gli spettano?". La reazione dell’avvocatura pratese non è stata chiaramente buona di fronte al provvedimento del presidente del tribunale Francesco Gratteri che ha sospeso l’attività dell’ufficio decreti ingiuntivi fino a fine anno per la mancanza di personale. Un caso unico in Italia: in nessun’altra città italiana non esiste più un ufficio importante come questo, soprattutto in una realtà come quella pratese dove c’è un importante distretto industriale. L’Ordine ha preso posizione informando i propri iscritti della decisione e annunciando "iniziative" per risolvere il problema.
"Non siamo stati neppure informati – dice il presidente dell’ordine degli Avvocati, Marco Barone – Sappiamo tutti della situazione di grave carenza di personale al giudice di pace e in tribunale, ma speravamo di essere avvisati prima che venisse presa una decisione tanto drastica. Lo trovo uno sgarbo istituzionale, una mancanza di rispetto nei confronti di tutta la classe forense pratese. Stiamo parlando di 950 persone". Il consiglio dell’Ordine si riunirà mercoledì prossimo per discutere della situazione e vagliare tutte possibilità di azione. Fra queste, ci sarebbe anche l’ipotesi di fare ricorso al Tar. "E’ una cosa che non ho mai sentito – prosegue Barone – Come Ordine abbiamo sempre collaborato per aiutare il tribunale. Ad esempio, ci siamo messi a disposizione per pagare l’assicurazione dei carabinieri in congedo che fanno volontariato mettendo in ordine i fascicoli. Come ci chiamano per ricordarci di pagare l’assicurazione, così ci avrebbero potuto chiamare per informarci che l’ufficio decreti ingiuntivi non riaprirà per tutto l’anno".
Il danno per i cittadini è enorme. Una causa ordinaria può andare avanti per anni, invece con un decreto ingiuntivo al giudice di pace si può avere il pronunciamento in pochi mesi. Di fatto, però, l’ufficio è chiuso da settembre scorso creando non pochi problemi ad avvocati, cittadini e imprese. Insomma, un caos, tanto che alcuni avvocati ieri hanno ventilato l’ipotesi di presentare un esposto in Procura. "Sono a dir poco sbalordita – è la reazione dell’avvocato Alessandra Bianchi – Ho iscritto a ruolo un ricorso per decreto ingiuntivo il 26 settembre scorso ed è ancora bloccato. La cosa gravissima è che non solo da settembre a oggi non è stato inviato alcun cancelliere a supplire alla carenza di organico per smaltire il lavoro arretrato ma non vi è alcuna aspettativa (concreta e legittima) di vedere eliminare questa paralisi fino al dicembre 2023. Tutto ciò comporta una grave lesione del diritto del cittadino ad accedere alla giustizia e a veder tutelati i propri diritti, in palese contraddizione dell’imminente entrata in vigore della riforma Cartabia, imposta dall’Europa proprio perché la giustizia italiana è eccessivamente lenta rispetto agli altri paesi".
"La decisione di sospendere l’iscrizione a ruolo dei ricorsi è gravissima e profondamente lesiva degli articoli 3 e 24 della nostra Costituzione – interviene l’avvocato Lorenzo Rocchi –. In pratica si dice a chi non ha pagato i propri debiti che potrà farla franca almeno fino alla fine dell’anno. Pensate all’impatto che potrebbe avere un provvedimento come questo in un distretto come il nostro, fatto di tantissime piccole e medie imprese, con i bilanci saturi di micro-crediti, che lottano ogni giorno per recuperare i proventi del proprio lavoro. "Il problema va affrontato alla radice, è il ministero della Giustizia che dovrà fornire le risposte e risolvere una volta per tutte il problema cronico della carenza di personale dei nostri uffici giudiziari". Laura Natoli