Avrebbe venduto l’auto del suo assistito, di cui era amministratore di sostegno, alla sorella per una cifra di cinque volte inferiore rispetto alle quotazioni di mercato. Poi, quando è stata scoperta dal collega che l’ha sostituita, lo ha denunciato all’Ordine degli avvocati e in Procura sostenendo che lui voleva screditare la sua professionalità. E’ sbarcato ieri all’udienza preliminare un procedimento che vede contrapposti due avvocati pratesi. Sul banco degli imputati – la richiesta di rinvio a giudizio è già stata formulata dal pubblico ministero Laura Canovai – è finita l’avvocatessa con le accuse di abuso di ufficio e calunnia nei confronti del collega. L’udienza è stata rinviata per un legittimo impedimento dell’avvocato Gaetano Pecorella che difende l’imputata. Presente, invece, in aula la parte offesa, assistita dall’avvocato Andrea Pagnini.
I fatti risalgono al 2019 quando la professionista era stata nominata amministratore di sostegno di un anziano, qualifica che equivale a un pubblico ufficiale.
In quell’occasione, la donna aveva venduto la macchina dell’amministrato alla propria sorella per un valore di molto inferiore a quello reale. La stessa aveva presentato al giudice tutelare, per ottenere l’autorizzazione alla vendita, una stima del valore di circa 600 euro. Peccato che il valore riconosciuto all’auto, una Opel Corsa, su una rivista specializzata era di circa 2600 euro. Cosa che la professionista omise di specificare al giudice. Fra l’altro, due persone avevano mostrato interesse all’acquisto della macchina. Affare che saltò in favore della sorella dell’amministratrice di sostegno.
L’avvocatessa aveva poi lasciato l’amministrazione di sostegno del pensionato e a lei era subentrato un altro avvocato, sempre di Prato, nominato dal giudice tutelare. L’uomo, frequentando la casa del suo assistito, si era reso conto delle lamentele dei familiari dell’amministrato sulla vendita dell’auto ed era andato a controllare nelle carte notando qualcosa che non tornava sull’effettivo valore della macchina. L’avvocato sporse denuncia in Procura sull’episodio. A quel punto, l’avvocatessa ha più volte querelato il collega e ha fatto una serie dei esposti all’Ordine degli avvocati sostenendo che l’avvocato voleva denigrare la sua professionalità. A quel punto, la Procura ha indagato anche sull’episodio della macchina riscontrando l’ipotesi di reato di abuso di ufficio nei confronti della donna. Accusa a cui si è aggiunta la calunnia per gli esposti e la querela contro il collega. L’udienza è stata rinviata a ottobre.
Laura Natoli