LAURA NATOLI
Cronaca

Gruppo Grassi, un fallimento da 30 milioni. "A processo i vertici e gli ex professionisti"

Prato, la procura chiede il rinvio a giudizio per i tre fratelli amministratori della società e per altre sei persone. L’accusa è bancarotta fraudolenta

La protesta dei lavoratori della Grassi (Attalmi)

Prato, 7 luglio 2021 - Nove richieste di rinvio a giudizio per uno dei fallimenti più importanti che la storia della città ricordi. E’ quello del Gruppo edile "Grassi", dichiarato fallito dal tribunale di Prato nel luglio del 2018. L’accusa di bancarotta fraudolenta è stata formulata dai pubblici ministeri Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli nei confronti degli ex amministratori della società, i fratelli Sandro, Marco e Morena Grassi, oltre ad altre sei persone fra cui commercialisti, periti e avvocati che avrebbero contribuito – secondo l’accusa –, negli anni, ad aumentare il dissesto della società calcolato dalla procura in 30 milioni di euro.

A mettere in moto il fallimento fu la stessa procura che, in seguito alle segnalazioni, alle proteste e agli esposti dei dipendenti del gruppo (in 34 si sono costituiti parte offesa), nel giugno del 2018, chiese di mettere fine al concordato della "Grassi snc".

Il concordato preventivo in continuità andava avanti dal 2011, da quando i bilanci delle società presentavano pesanti perdite. Negli anni, però, i creditori non hanno mai visto tornare indietro i soldi che gli spettavano. Fra questi c’erano molti dipendenti che lamentavano il mancato pagamento di stipendi per un totale di circa 650mila euro. Motivo per cui nel 2018 il tribunale, su richiesta della procura, ha dichiarato il fallimento. Contestualmente venne aperto il fascicolo per bancarotta ora chiuso con la richiesta di rinvio a giudizio non solo per i tre fratelli ma anche per diversi professionisti.

Fra questi ci sono gli avvocati Leonardo Ciappi e Massimo Nistri, entrambi di Firenze, i periti Vittorio Leone e Alfonso Fornasini, i commissari giudiziali Fabrizio Giulio Franchi e Laura Germinara. Tutti in qualche modo coinvolti nel mandare avanti un concordato che, per l’accusa, era "irrealizzabile e inattuabile".

Secondo l’ipotesi della procura, il dissesto societario era ben evidente già dal 2003-2005. Marco e Morena Grassi, membri del consiglio di amministrazione della "Moreno Grassi srl" e amministratori delegati della della "Grassi srl", e il fratello Sandro, amministratore e socio delle stesse società, successivamente confluite nel Gruppo Grassi snc, avrebbero causato il dissesto finanziario e il successivo fallimento falsificando i bilanci dal 2003 al 2008.

Gli interventi sui bilanci sarebbero serviti a nascondere il reale stato finanziario ed economico della società in modo da ingannare i creditori. Solo nel 2011 viene presentato il concordato preventivo con una "serie preordinata di abusi di gestione e infedeltà", scrivono i pm nella richiesta di rinvio a giudizio.

Nella complessa ricostruzione della procura si parla di bilanci falsificati, guadagn i nascosti e spariti dalla contabilità, documenti fiscali e di trasporto distrutti, perizie del patrimonio immobiliare con stime sopravvalutate in accordo con i professionisti, durc falsificati, mancato pagamento dli stipendi, omessi versamenti di contributi e ritenute fiscali. Operazioni studiate a tavolino per far andare avanti il concordato facendo cadere in errore perfino la sezione fallimentare del tribunale.

Dal concordato poi è nata la Castelnuovo Lavori, gestita dalla stessa famiglia Grassi, che avrebbe usato beni e materiali del Gruppo in fallimento senza il corrispettivo pagamento dell’affitto. Castelnuovo che, fra l’altro, ha eseguito i lavori allo stadio Lungobisenzio che hanno portato all’altra complessa indagine in cui risulta indagato lo stesso Sandro Grassi. L’udienza preliminare è stata fissata a febbraio prossimo.