REDAZIONE PRATO

Grassi, un crac annunciato I professionisti alla sbarra

A giudizio due avvocati, un commercialista e un perito. Per l’accusa avrebbero falsato le carte per indurre in errore il giudice che concesse il concordato

Professionisti che avrebbero emesso notule salate per vantare crediti e poter così esprimere il proprio parere favorevole nel voto per far passare il concordato preventivo. Sarebbe questo il meccanismo messo in atto per tentare di mandare avanti il "Gruppo Grassi" nonostante fosse ben chiaro che i conti della società non tornavano più e che il dissesto era evidente. Sarebbe stato questo, secondo la Procura, l’accordo che i fratelli Grassi, Sandro e Marco, avrebbero usato in combutta con i quattro professionisti, per "indurre in errore" il giudice che poi ha concesso il concordato preventivo nel lontano 2011. L’udienza preliminare sul crac della Grassi (si parla di un fallimento da 30 milioni, il più grande nella storia della città), ha ratificato il patteggiamento dei due fratelli (due anni e sei mesi di lavori socialmente utili) e il rinvio a giudizio non solo della sorella dei due imputati principali, Morena, ma anche dei quattro professionisti che avrebbero fatto da sponda – secondo l’ipotesi accusatoria – agli ex amministratori della società. A giudizio, insieme a Morena Grassi, sono finiti: gli avvocati Massimo Nistri e Leonardo Ciappi, il commercialista Fabrizio Franchi (in qualità di commissario giudiziale) e Vittorio Leone che aveva curato la stima immobiliare della Grassi. Sono stati assolti, invece, il geometra Alfonso Fornasini (che aveva fatto la stima mobiliare del patrimonio) e Laura Germinara (commissario giudiziale). I cinque a giudizio devono rispondere di concorso in bancarotta fraudolenta.

La curatela fallimentare è uscita del procedimento per quanto riguarda i due fratelli che si sono impegnati a risarcire i creditori e a fare una serie di lavori di bonifica in terreni messi all’asta. La curatela resta invece fra le parti offese per gli altri imputati come restano i dipendenti che misero in moto l’inchiesta dopo le proteste per il mancato pagamento degli stipendi per circa 650.000 euro.

Secondo la Procura (il fascicolo è stato seguito dai pm Lorenzo Boscagli e Lorenzo Gestri), i professionisti avrebbero garantito il proprio voto a favore del concordato pur sapendo che non sarebbe mai stato rispettato. E in effetti, il concordato preventivo è andato avanti per sette anni senza mai rispettare un impegno preso fino a che la Procura, nel 2018, chiese il fallimento, poi concesso, al tribunale. Dalle ceneri del Gruppo Grassi è nata la Castelnuovo Lavori che fa capo alla stessa famiglia Grassi e che ha eseguito i lavori allo stadio Lungobisenzio per i quali è in corso un altro procedimento. Il processo per il crac comincerà a febbraio.

Laura Natoli