Giudice di pace chiuso "Danno per i cittadini Diventi un caso nazionale"

La federazione toscana delle Camere civili scrive al ministro Nordio "Appelli caduti nel vuoto. Nessuna soluzione dopo le visite di Rizzo e Sisto" .

Questa volta a riprovarci è la federazione delle Camere civili della Toscana. I dieci presidenti toscani delle singole Camere civili, fra cui la pratese Donatella Luchetti, tornano a "denunciare la intollerabile interruzione del funzionamento dell’ufficio decreti ingiuntivi del giudice di pace di Prato". La lettera, come sempre, è indirizzata a tutte le istituzioni preposte a cominciare dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Si è mossa pure la federazione vista la gravità della situazione. Gli avvocati ritengono "inaccettabile la sospensione dell’ufficio fino al 31 dicembre", che impedisce "di procedere con l’iscrizione a ruolo dei decreti ingiuntivi". Il provvedimento è stato deciso dal presidente del tribunale Francesco Gratteri a causa della "carenza di organico". Dopo mesi di appelli la situazione non è cambiata. "Malgrado le numerose richieste di intervento, le istituzioni non sono riuscite a reperire nessuna risorsa per l’erogazione del servizio pubblico – sottolineano le Camere civili –. A nulla sono servite, le ’rassicurazioni’ del capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia, Alberto Rizzo, il 3 marzo scorso che aveva garantito l’arrivo a Prato di cinque funzionari giudiziari. Ne sono arrivati solo due e sono stati assegnati al tribunale". E’ andato a vuoto anche l’interpello bandito dalla Corte di Appello. Il presidente Alessandro Nencini, con una lettera del 27 marzo, ha comunicato che "nessun dipendente ha manifestato la disponibilità all’applicazione" all’ufficio del giudice di pace di Prato.

"Anche il recente incontro del 19 aprile, con il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto non ha sortito gli effetti sperati", proseguono gli avvocati. Sisto ha chiesto a sindaco e presidente della Provincia di mettere a disposizione dell’ufficio del giudice di pace il proprio personale. Ma la risposta è stata negativa. "La situazione non è più tollerabile – attaccano – Prato è una città di 200.000 abitanti, la seconda in Toscana e tra le prime venti d’Italia per numero di abitanti, sede di un distretto industriale di rilievo, con la presenza della più grande comunità cinese, in rapporto al numero di abitanti, e di cittadini di oltre cento etnie". La federazione delle Camere Civili della Toscana e le dieci Camere civili che ne fanno parte vogliono che "venga garantito il diritto dei cittadini di ricorrere per la tutela dei propri diritti, attraverso l’immediata adozione di concrete soluzioni dirette a far cessare con la massima urgenza questa intollerabile situazione di ’denegata giustizia’". La lettera è stata inviata anche all’Unione nazionale delle Camere Civili, al consiglio nazionale forense, affinché "il ’caso Prato’, sintomatico del grave fallimento dell’amministrazione della giustizia, che interrompe l’erogazione di un servizio pubblico costituzionalmente garantito, sia assunto come questione di massima priorità a livello nazionale", concludono.