"Ci siamo messi gli stivali di gomma e siamo rimasti in sienzio, ma non ci stiamo a questa narrazione del “non è colpa di nessuno” come se di tutto si potesse dal colpa solo a Giove Pluvio o al cambiamento climatico, ritenuto oggi causa di qualsiasi disastro, senza pensare che le scelte di governo del territorio condizionano in maniera pesante l’esito degli eventi atmosferici, trasformandoli, come è successo qui, in catastrofe". Lo dice Daniele Spada, segretario provinciale della Lega, con un obiettivo politico principale, il presidente della Regione Eugenio Giani, ma non l’unico. "Non possiamo restare ancora in silenzio dopo le dichiarazioni che Giani sta rilasciando in questi alla stampa, sui social e in tv – aggiunge – Da sempre, questo è il periodo più piovoso dell’anno e da sempre stiamo cercando di limitarne l’impatto sulle attività umane, in un difficile equilibrio che passa da decisioni e opere pubbliche delle quali lamentiamo la mancanza, i ritardi o il cattivo stato di manutenzione. Proprio in questo come sul mancato allarme, Giani ha fallito. Di fronte ai fatti e di fronte alle comparsate cui sta dando vita, non ci sono altre parole: fallimento". Ma non finisce qui l’affondo di Spada. "Se il presidente fosse capace di vivere o comprendere una realtà lontana dai riflettori e più vicina al fango, come abbiamo fatto in tanti senza badare per giorni alle posizioni politiche e ai ruoli, lo avrebbe capito anche lui – insiste –. Assistiamo invece alle sue comparsate, nelle quali attribuisce al clima la colpa per la deviazione del letto di un corso d’acqua anziché darla ai detriti che si sono accumulati nel tempo e alla mancanza di manutenzione. Giani non sa assumersi le responsabilità e neanche la sobrietà necessaria al suo ruolo. Pare vivere in un altro mondo, al riparo dalla pioggia e con il giubbottino pulito, per scaricare il barile sui suoi tecnici, sul cambiamento climatico e addirittura sui suoi compagni di partito".
Ma anche il Pd di Prato è nel mirino del segretario della Lega. "E’ da anni incapace di portare in fondo un progetto che sia uno, compreso il più sballato – dice Spada –. Beffardo è l’esempio dell’incomprensibile PrismaLab. Inaugurato in pompa magna, dopo appena una settimana è stato chiuso. Ho compiuto un sopralluogo per verificare i danni e capire cosa fosse successo e, con una certa sorpresa, ho scoperto che l’alluvione non c’entra probabilmente nulla. Gli scantinati sono completamente allagati, ma da quello che ho visto è un problema di tubature e non dell’alluvione. Non c’entra il cambiamento climatico ma c’entra qualcosa di prevedibile e aggiustabile. Quanto si è speso, oltretutto, per quel PrismaLab".
L’ultima stoccata è già in clima da campagna elettorale. ha decisamente un sapore di campagna lettor. "Anziché seguire meglio opere e denaro pubblici - conclude il leader della Lega –, il Pd va avanti nelle sue guerre interne. I dirigenti del partito non perdono neppure l’occasione dell’alluvione per dividersi e mostrarsi i muscoli a vicenda, si tratti di chiamare a raccolta truppe di volontari o di dichiarare alla stampa pensieri e opinioni agli antipodi. E questo è partito che ha la responsabilità del governo della Regione, della città, dei centri vicini e, fino all’altro ieri, dello Stato. E gli effetti, non solo quando piove troppo, sono sotto gli occhi di tutti".