Ieri mattina, l’ambulanza veterinaria della Lav è intervenuta nei pressi delle Cascine di Tavola per un salvataggio davvero straordinario. Un gatto è stato trovato in condizioni terribili: intorno al collo stretto come una morsa, aveva un tubo di plastica, probabilmente deliberatamente messo da qualcuno come spregio. La sofferenza dell’animale era evidente, ma la sua determinazione a sopravvivere era ancora più forte.
Con l’aiuto delle gabbie trappola particolari azionate da remoto e telecamere appositamente installate dalla Lav, i volontari sono riusciti a individuare e salvare il gatto in tempo. Anche perché il tubo era talmente stretto che il gatto rischiava di soffocare.
“Senza l’impegno e la dedizione dei volontari della Lav, non saremmo stati in grado di portare il gatto verso una nuova speranza – spiega Cristiano Giannessi, responsabile Lav sede di Prato –. Subito dopo il salvataggio il gatto è stato portato alla clinica veterinaria Galilei. Il suo stato richiede cure immediate e delicate. Il tubo di plastica è così stretto che il gatto dovrà essere sedato per consentirne la rimozione in sicurezza“. Un intervento vero e proprio per salvare il gattino a cui qualcuno ha voluto fare del male.
“Condanniamo fermamente questo gesto di crudeltà e insensibilità nei confronti degli animali – ha commentato ancora Giannessi –. Nessun essere vivente merita di essere sottoposto a una tale violenza e questo gattino, che abbiamo chiamato affettuosamente ’Prato’, è solo l’ennesimo esempio di quanto sia urgente combattere contro gli atti di maltrattamento degli animali. Segnaleremo l’accaduto alla polizia municipale ed alle guardie zoofile e, con l’aiuto dei nostri volontari, monitoreremo attentamente la situazione per cercare il responsabile di questo gesto davvero crudele“.
Il luogo in cui è stato recuperato il gattino è frequentato da altri gatti appartenenti ad una colonia felina riconosciuta dal Comune di Prato.
“Ricordiamo a tutti – conclude Giannessi – che maltrattare un animale è un reato punito con la reclusione fino a 18 mesi e con una multa fino a 30.000 euro“.