"Farmaci illegali usati per curare il Covid" Sequestrate le pasticche arrivate dalla Cina

Blitz dei Nas e della Municipale in una erboristeria di via Pistoiese. L’indagine partita da Roma su un giro di medicine irregolari

L’agente della polizia municipale di Prato aveva già visto quel nome da qualche parte. Il nome di un farmaco che veniva pubblicizzato nella zona del Macrolotto. A mettere sulla strada giusta i carabinieri del Nas è stato proprio lui. I carabinieri sono così andati diretti in una sorta di erboristeria (o parafarmacia) cinese che si trova in via Pistoiese nell’ambito di un’inchiesta più ampia che, partita da Roma sulle tracce di falsi medicinali anti Covid, ha portato fino a Prato. Ebbene: l’intuito dell’agente ha funzionato perché in quella erboristeria, gestita da una orientale e nota alla municipale perché la sua titolare era stata denunciata per esercizio abusivo della professione di farmacista nel 2019, sono stati trovati antinfluenzali e antibiotici di origine cinese che non sono commercializzati in Italia e non hanno ottenuto l’approvazione dell’Aifa. La donna li pubblicizzava con cartelli appesi fuori dal negozio vendendoli come medicine che servivano per curare, o addirittura prevenire, il Covid. Peccato che non lo fossero, come hanno accertato i carabinieri del Nas, ma fossero banali antibiotici. Nell’esercizio commerciale i carabinieri e la polizia municipale hanno sequestrato una ottantina di scatole di un antinfluenzale spacciate come cura per il virus e che è diffuso in Cina, nonostante alcune medicine siano prodotte in Francia.

Oltre agli antinfluenzali le forze dell’ordine hanno trovato anche diverse scatole di un farmaco usato come coadiuvante nelle diete che ha al suo interno una sostanza dopante assolutamente vietata. Il negozio risulta intestato a un cittadino cinese, ma la donna lo gestisce di fatto. Quest’ultima è stata denunciata per la seconda volta per esercizio abusivo della professione sanitaria di farmacista, per aver avviato un’attività di vendita all’ingrosso di medicinali senza l’autorizzazione regionale e per detenzione di sostanza stupefacente per quanto riguarda la sostanza dopante. L’attività è comunque aperta. L’indagine è partita da Roma nell’ambito di una attività di monitoraggio sulla presenza di farmaci clandestini per la cura del Covid-19 sul territorio nazionale, disposto dal comando dei carabinieri per la Tutela della Salute, di concerto con il Ministero della Salute. In totale – fra Roma e Prato – sono stati sequestrati dai Nas 437 confezioni di farmaci cinesi illegali per il trattamento di sintomi influenzali di queste, 88 scatole, pari a oltre 2.000 pillole, erano vendute sottobanco sempre per la cura dei sintomi da virus. I carabinieri hanno accertato che i farmaci erano privi dell’autorizzazione all’immissione in commercio e di indicazioni in lingua italiana. Le scatole sono state trovate oltre che a Prato, in cinque esercizi commerciali nel centro di Roma, tra supermarket ed erboristerie, tutti a gestione asiatica.

I titolari di tutte le attività sono stati segnalati alle rispettive Procure poiché ritenuti responsabili dell’esercizio abusivo della professione sanitaria di farmacista e per aver avviato un’attività di vendita all’ingrosso di medicinali senza l’autorizzazione regionale. L’operazione è stata supportata dal Nucleo carabinieri dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) . L’intervento ha permesso di bloccare la vendita di farmaci prodotti con modalità non note e non sottoposti ad alcuna verifica da parte delle autorità nazionali come l’Aifa ed europee come l’Ema riguardo alla loro efficacia e sui possibili effetti collaterali.

L.N.