
L’ex ragioniere capo della Provincia, Salvatore Santoro, è stato condannato a un anno e quattro mesi e al pagamento di un risarcimento di 10mila euro per calunnia nei confronti dell’ex direttore generale della Provincia, Giancarlo Cecchi (foto). La sentenza del 16 luglio emessa dal giudice Chesi è l’ultima puntata di una querelle che va avanti dal marzo 2011, quando Santoro presentò un primo esposto contro Cecchi relativo all’assunzione di una dirigente della Provincia. Sul caso la procura aprì successivamente un’indagine e nel gennaio del 2013, davanti al pm al quale rese sommarie informazioni testimoniali, Santoro accusò Cecchi di aver proposto di retrodare l’assunzione della dirigente per evitare la stretta della spending review che altrimenti non avrebbe reso possibile procedere. Il procedimento penale contro Cecchi, per falso in atto pubblico, si è poi concluso con l’archiviazione.
A sua volta Cecchi, rappresentato dall’avvocato Mauro Cini, ha poi querelato Santoro per calunnia proprio per averlo accusato di aver proposto di retrodatare l’assunzione della dirigente. Altri dipendenti della Provincia in aula hanno negato di aver mai sentito l’ex direttore generale parlare di quella soluzione, mentre l’avvocato Cini ha dimostrato che il sistema informatico della Provincia non avrebbe consentito una registrazione retrodatata dell’atto e che comunque l’ex dirigente non avrebbe potuto procedere, in quanto non aveva potere di spesa ma solo compiti di indirizzo.