Prato, 23 luglio 2018 - Il maxisequestro dell'ottobre 2017, frutto di due distinte operazioni condotte dalla Guardia di Finanza, individuò la bellezza di 10mila chilometri di tessuti da sequestrare perché importato in Italia di contrabbando.
Adesso arrivano gli esiti delle indagini patrimoniali condotte dopo quei blitz al Macrolotto, con il coordinamento della Procura. C'era da capire chi si nascondesse dietro a quel contrabbando e dove portassero quei flussi di denaro, milioni e milioni di euro tolti dalle tasche dello Stato e, quindi, a tutti noi, per arricchire imprenditori senza scrupoli che vivono di illegalità.
Il primo risultato è stato quello di individuare due società pratesi, amministrate da prestanome, considerate artefici della frode doganale e fiscale.
Il titolare di fatto delle società è stato segnalato all'autorità giudiziaria per reati evasivi, di contrabbando aggravato ed esibizione di documentazione falsa.
Le indagini della Finanza hanno permesso di ricostruire un giro d'affari enorme, con ricavi occultati per circa 100 milioni di euro e la conseguente evasione dell’Iva per circa 22 milioni di euro, dell’Irap per circa tre milioni di euro, nonché diritti doganali evasi pari a circa duecentomila euro.