Iva evasa per 24 milioni. Trucco delle false fatture per vendere auto a prezzi stracciati

La Guardia di Finanza scopre un giro milionario a carico di due società con sede a Prato. Le vetture finivano soprattutto al Sud

La Finanza al lavoro

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Prato, 10 ottobre 2019 - Avevano architettato un sistema cosiddetto "carosello" per evadere il Fisco producendo un giro di fatture false per 108 milioni di euro e un'evasione dell'Iva per la bellezza di 24 milioni. Un giro scoperto dalla Guardia di Finanza di Prato, dove hanno sede le due società finite nel mirino delle Fiamme Gialle, che ha denunciato sei persone, cioè gli amministratori "formali" che si sono succeduti nel tempo e colui che è considerato il titolare di fatto delle due società, considerato dagli inquirenti il vero artefice del meccanismo illecito.

Il trucco funzionava in due fasi.

Nella prima fase una società che si sarebbe dovuta occupare di commercio di metalli ferrosi emetteva fatture per operazioni inesistenti a favore della seconda, attiva nel commercio di autovetture; quest’ultima ha potuto così crearsi un ingente credito Iva totalmente fittizio; la merce, mai esitata e peraltro di tipologie assolutamente incoerenti rispetto alle attività economiche esercitate, veniva poi formalmente ceduta a clienti esteri di fatto inesistenti.

Nella seconda fase venivano emesse e utilizzate fatture per operazioni inesistenti nel commercio di automobili. Grazie al credito Iva accumulato, la società acquistava auto nuove in esenzione di Iva che venivano poi vendute sottocosto facendole consegnare direttamente a concessionari e commercianti per lo più del Sud Italia; questi ultimi potevano così garantire prezzi assolutamente concorrenziali rispetto a quelli normalmente praticati sul mercato.

Oltre al danno per le casse dello Stato, c'è da considerare anche la concorrenza sleale che mette in ginocchio i commercianti onesti, spesso costretti a licenziare e a chiudere i battenti.