
Emergenza migranti Per la prima volta accolti anche minori non accompagnati
Continua il braccio di ferro tra governo e Comuni sull’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, sbarcati la settimana scorsa a Lampedusa e accolti per la prima volta anche a Prato (al momento sono otto). Intanto il sindaco Matteo Biffoni resta in prima linea anche per il suo ruolo di delegato Anci all’immigrazione. Biffoni che di recente è tornato a chiedere un confronto con il governo e un incontro urgente con il prefetto di Firenze, Valerio Valenti, per affrontare l’attuale emergenza "con maggiore collaborazione".
"Siamo di fronte a una situazione ogni giorno più complessa – spiega Biffoni – e non disponiamo di strumenti adeguati. Anci chiede da mesi l’attivazione di almeno un centro governativo di prima accoglienza per regione, un adeguamento della capacità della rete Sai (Servizio accoglienza immigrati) per minori non accompagnati di almeno 4000 posti e un urgente ampliamento della disponibilità delle strutture autorizzate che coinvolga le Regioni, ma dall’inizio della gestione emergenziale non abbiamo avuto alcuna occasione di confronto col governo e fatichiamo a capirne la strategia. Prendere in carico minori è delicato e richiede risorse adeguate. Non bastano vitto e alloggio".
Biffoni si dice preoccupato per il crescente numero di minori collocati temporaneamente in strutture d’accoglienza per adulti. Questo problema attualmente non riguarda gli otto giovani di età compresa tra i 14 e i 18 anni arrivati sul territorio pratese e accolti in strutture istituzionali riservate ai minori, dove sono già presenti almeno altri quaranta ragazzini non accompagnati arrivati soprattutto da Nord Africa, Albania e (pochi) dal Pakistan. Minori che non hanno però storie legate a una situazione emergenziale come quella degli ultimi otto arrivati, provenienti invece dall’Africa centrale via Lampedusa. In questo caso infatti sono previste procedure straordinarie che richiederebbero centri di accoglienza specifici che invece Prato non ha. Invece il governo ha chiesto di sistemarli in città.
"Non abbiamo mai voluto un Cas minori – spiega il vice sindaco Simone Faggi – perché riteniamo, accompagnati e non, che dovrebbero entrare in un sistema in grado di garantire requisiti e modalità di assistenza adeguati, come prevede la legge regionale. Il Cas invece è una diminuzione di questi criteri e noi abbiamo sempre preferito evitarlo. Non abbiamo rifiutato di accogliere questi otto ragazzi che sono arrivati, ma non si può più transigere sui minori. Se non c’è posto e non siamo nella possibilità di dare un’accoglienza adeguata, secondo le condizioni che abbiamo definito e strutturato in questi anni, noi non siamo più disponibili. Se il governo ritiene di dover fare un tipo di accoglienza emergenziale, lo faccia, ma senza avere il nostro assenso".
"Sono circa mille i minori stranieri non accompagnati in Italia – conclude l’assessore all’Immigrazione, Simone Mangani – e tutto sommato sono numeri che si potrebbero gestire, se ci fosse una programmazione un po’ più saggia e lungimirante. È vero che gli sbarchi sono aumentati, ma c’è anche un problema di gestione. Per questo, ribadisco che il Sai va potenziato e infatti abbiamo richiesto a livello nazionale di andare verso un Sai per i minori, questo aiuterebbe molto. Non aiuta invece spaccare in due l’accoglienza".
Andrea Biagioni