Ho letto l’intervista a Jonathan Targetti su La Nazione e devo ringraziarlo per aver posto al centro dell’attenzione della politica cittadina un problema che io ho sollevato almeno 20 anni fa. Sarebbe arrivato sicuramente il momento in cui i cinesi avrebbero lasciato Prato dopo averla saccheggiata come fanno le cavallette in un campo di grano. Il rischio che il Macrolotto 1 possa diventare una sorta di deserto con capannoni abbandonati, è veramente reale. Purtroppo chi ha pensato solo ad affittare questi capannoni sperando di vivere di questa rendita "vita natural durante", rischia davvero di perderla definitivamente. È da più di 30 anni, e credo di essere stato un antesignano, nell’affermare che se l’imprenditore cinese lavora rispettando le leggi italiane, è il benvenuto anche perché costituiva una ricchezza per Prato. Se invece intendeva lavorare sfruttando i clandestini e di conseguenza non pagando i relativi contributi, evadendo il fisco e violando le leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, allora in quel caso è bene che ritorni in Cina perché a trarre vantaggio è solo il suo "portafoglio". Minacciare di lasciare il nostro territorio per ritornare in Cina, mi sembra quasi un "ricatto" perché fanno intendere che non vogliono più subire controlli da parte delle Forze di Polizia e lanciano un aut aut, o ci lasciano lavorare nell’illegalità, come gran parte di loro hanno sempre fatto e continuano a fare, oppure ritorniamo in Cina facendo perdere ai proprietari dei capannoni la loro rendita. Se è questo il loro intendimento allora faccio una proposta anch’io: se vogliamo impedire questo rientro in Cina ai confezionati cinesi, facciamo di Prato una "zona franca" per tutti, ovviamente anche per gli imprenditori pratesi e per tutti i cittadini. La stessa politica cittadina, ovvero questa amministrazione comunale, continua ad andare avanti con un piano strutturale che ha una visione miope come se questa città avesse bisogno solo di capannoni e non capisce che forse bisogna avere una visione completamente diversa. Innanzitutto è molto scorretto, su questo ha ragione Italia Viva, procedere all’approvazione del Piano Strutturale a pochi mesi dalle elezioni e lasciare che questo Piano venga approvato dalla nuova Amministrazione Comunale.
Aldo Milone,
ex assessore alla sicurezza