REDAZIONE PRATO

Ditta di stracci distrutta dal rogo. Il piromane non è stato trovato

Assolto in Appello lo straniero accusato di aver appiccato il fuoco. Resta la condanna per il complice .

Ditta di stracci distrutta dal rogo. Il piromane non è stato trovato

Era accusato di aver dato fuoco alla ditta Mitumbatex di via Ombrone a Montemurlo che fu distrutta da un incendio nel gennaio 2022. A incastrarlo era stata una intercettazione telefonica nella quale il presunto complice gli chiedeva i soldi per "averlo accompagnato a fare quel lavoretto". La conferma alle indagini dei carabinieri della Tenenza di Montemurlo arrivò dalla verifica delle celle telefoniche: quella sera il cellulare di Eduard Bilalaj aveva agganciato una cella nei pressi di Montemurlo. La ricostruzione, però, non ha retto nel processo di Appello. Eduard Bilalaj, albanese di 49 anni, difeso dall’avvocato Stefano Camerini, è stato assolto dai giudici di Appello per non aver commesso il fatto. L’uomo era stato condannato in primo grado a due anni e otto mesi in abbreviato per incendio doloso, mentre Gazmend Bregaj, albanese di 47 anni, venne condannato a un anno e otto mesi per aver accompagnato il connazionale in via Ombrone ad appiccare l’incendio. Bregaj ha rinunciato all’Appello.

Ad arrivare ai due erano stati i carabinieri che, dalla visione delle telecamere, riuscirono a identificare la targa dell’auto di Bregaj. L’uomo venne intercettato e durante una conversazione disse la frase che avrebbe incastrato Bilalaj: "Ho rischiato per te, mi devi i soldi perché ti ho accompagnato a fare quel lavoretto".

L’albanese è stato condannato a un anno solo per l’evasione dai domiciliari. Infatti in quel periodo era recluso ai domiciliari per un altro episodio.

L’incendio alla Mitumbatex, gestita da un italiano di origini napoletane, fu devastante. Le fiamme si levarono altissime e provocarono gravi danni all’azienda che si occupa di riciclo degli indumenti usati. Sulla natura dolosa del rogo non ci furono dubbi fin dal sopralluogo tecnico dei vigili del fuoco e dalla analisi dell’impianto di videosorveglianza dell’azienda. Le immagini mostravano un uomo che si arrampicava su delle impalcature vicino al fabbricato. Dopo aver rotto i vetri delle finestre poste a tre metri di altezza, gettò del materiale incendiario. Quell’uomo però non è l’albanese. Il movente che ha portato all’attentato incendiario, fra l’altro, non è mai stato chiarito.

Laura Natoli