SILVIA BINI
Cronaca

Dibattito sul caso Prato. FdI alza il tiro contro il Pd: "Finanziamenti e controlli la sinistra deve chiarire"

Il segretario Matteo Mazzanti attacca sindaca e segretario dem "Sul tema più delicato della campagna elettorale però continuano a tacere".

Il segretario Matteo Mazzanti attacca sindaca e segretario dem "Sul tema più delicato della campagna elettorale però continuano a tacere".

Il segretario Matteo Mazzanti attacca sindaca e segretario dem "Sul tema più delicato della campagna elettorale però continuano a tacere".

Nel giorno in cui il dibattito politico sul ’caso Prato’ si riaccende, dopo il messaggio della sindaca Ilaria Bugetti pubblicato su La Nazione, è Fratelli d’Italia a rilanciare con un attacco frontale al Pd. Al centro, ancora una volta, il tema del lavoro, del degrado urbano e della criminalità organizzata, ma anche quello dei finanziamenti ricevuti dai candidati in campagna elettorale. "Se Biagioni vuole far parlare i fatti - afferma Matteo Mazzanti, segretario provinciale di Fratelli d’Italia - allora deve partire da un dato emerso chiaramente: un’azienda accusata di sfruttamento della manodopera non ha finanziato il centrodestra. Il Pd può dire lo stesso?".

Il riferimento è alla candidata sindaca Ilaria Bugetti, accusata da FdI di non aver mai chiarito in maniera trasparente chi abbia sostenuto economicamente la sua campagna. "Biagioni, che corre a difenderla in ogni intervista, avrebbe dovuto rispondere almeno su questo. Ma sul tema più delicato, il Pd continua a tacere", aggiunge Mazzanti.

Secondo FdI, tra i finanziatori della candidata dem ci sarebbero soggetti coinvolti in indagini sullo sfruttamento. "È una verità scomoda ma documentata - incalza il segretario - che mina la credibilità di un partito che da una parte si schiera con i lavoratori sfruttati e dall’altra prende soldi da chi pare sfruttarli". L’intervento si inserisce direttamente nel confronto aperto dalle parole della sindaca Bugetti, che aveva colto lo spunto di un commento domenicale de La Nazione per ribadire la necessità di "segnali forti" da parte dello Stato: dagli ispettori del lavoro alle forze dell’ordine, dal personale del tribunale fino a quello del carcere, tutte risorse giudicate insufficienti per affrontare l’emergenza pratese.

Ma per Fratelli d’Italia non bastano i richiami. Serve un cambio di passo nella gestione del territorio, a partire dai controlli sugli immobili. È il capogruppo in consiglio comunale Tommaso Cocci a intervenire sul caso della villa sequestrata pochi giorni fa nel centro cittadino, trasformata in dormitorio clandestino dopo una violenta aggressione tra cittadini cinesi: "È solo l’ennesima conferma di una realtà che la città conosce bene e che la giunta dovrebbe conoscere ancora meglio. Da anni decine di immobili vengono affittati anche a nero a prezzi esagerati, per poi essere sovraffollati e trasformati in dormitori abusivi. Così si droga il mercato degli affitti e le famiglie pratesi non trovano più casa".

Cocci denuncia un’applicazione parziale del regolamento comunale: "Igiene, sicurezza e densità abitativa vanno verificate. È compito della polizia municipale, che però interviene quasi solo in ottica sanzionatoria. Intanto, aumentano gli immobili irregolari, le abitazioni fuori controllo e il disagio sociale".

La chiusura è affidata ancora a Mazzanti, che alza ulteriormente il tono politico: "È tempo che la sinistra cominci a chiamare le cose con il loro nome. Quella che colpisce Prato è mafia cinese. Un’espressione che ancora oggi si pronuncia con troppa cautela, ma che i cittadini conoscono bene, purtroppo sulla propria pelle".

FdI rivendica infine il lavoro fatto a livello parlamentare. "È grazie all’impegno dei nostri deputati Chiara La Porta e Giovanni Donzelli se la Commissione parlamentare antimafia ha finalmente inserito la mafia cinese tra le sue priorità, e ha scelto Prato come sede delle audizioni. Dopo anni di silenzi, oggi si comincia a dire la verità".