
La Santa Croce del 1300
Una messa dal significato speciale dopo la recente alluvione che ha messo in ginocchio le frazioni di Bagnolo e Oste colpite duramente dall’ondata di piena che ha invaso numerosissime case e aziende. Domani pomeriggio alle 18 alla chiesa del Sacro Cuore, il parroco don Gianni Gasperini, celebrerà una messa speciale portando sull’altare in via del tutto eccezionale la santa Croce di Montemurlo.
I montemurlesi da sempre sono molto devoti alla Croce, conservata nella Pieve di San Giovanni Decollato alla Rocca, e nel corso dei secoli vi hanno fatto ricorso, portandola in processione, in occasione di calamità naturali, di siccità, di carestie, di epidemie. Esattamente come accade negli anni difficili del Covid e come accadrà domani con una messa speciale. "È stato un evento disastroso e Montemurlo ha pagato un prezzo altissimo per la perdita di due vite, Alfio e Teresa, morti proprio nelle ore dell’alluvione che ha colpito il nostro territorio - ha detto il sindaco Calamai - I danni ad abitazioni e aziende sono ingentissimi ma, fin dalle prime ore dell’emergenza, il Comune ha messo in campo tutte le azioni possibili per rispondere all’esigenze di tutti, con priorità al salvataggio delle persone e poi al ripristino di strade e infrastrutture". La Croce, oltre al suo valore religioso, è un simbolo identitario per tutto il territorio: racchiude in sé un’immagine di speranza e coraggio per tutta la comunità. a Croce di Montemurlo risale al 1300 ed è opera di Andrea Di Jacopo D’ Ognabene, capolavoro di arte orafa, simbolo identitario del territorio. La tradizione vuole che la Croce nel 1326 fosse trafugata dalla chiesa di San Giovanni Decollato alla Rocca e rinvenuta da un contadino qualche giorno dopo in un campo vicino al torrente Agna.
Racconta la storia, che ladri, in fuga verso Pistoia, avessero interrato la preziosa croce nel campo, poiché non riuscivano ad attraversare il piccolo torrente che diventava impetuoso ogni volta che cercavano di guadarlo. Nel luogo del miracoloso ritrovamento, detto del ’campo santo’, si trova un tabernacolo dove ogni anno in occasione del 3 maggio, la festa patronale, la Croce, portata in processione, si ferma per una particolare benedizione. La preziosa croce, attribuita appunto all’opera dell’orafo Andrea di Jacopo D’Ognabene, conserva ancora oggi i segni di quella ferita, che non è riuscita a scalfirne la bellezza, né il sentimento di devozione del popolo montemurlese.
Silvia Bini