
Martedì 7 marzo. Sembra quasi un miraggio, ma finalmente c’è una data per arrivare alla conclusione – in via definitiva – del percorso sulla "Valutazione di impatto ambientale" del progetto di interramento della declassata al Soccorso.
Entro martedì, infatti, è atteso il pronunciamento ufficiale dell’Arpat sull’integrazione di documentazione ambientale presentata da Anas al ministero.
Dati che riguardano le emissioni di biossido di azoto e la massima concentrazione media oraria di monossido di carbonio nelle fasi pre e post opera lungo la declassata. Valori che secondo i tecnici di Anas "nello scenario post opera risultano compatibili con i limiti di legge", ma adesso a certificarlo dovrà essere un ente terzo come Arpat.
Ad annunciare la nuova tempistica in consiglio comunale è stato l’assessore Valerio Barberis in risposta a un question time sul tema interramento della declassata all’altezza del Soccorso presentato dal capogruppo di Prato al Centro, Mirko Lafranceschina.
Di fatto, come spiegato dall’assessore, sarà la Regione tramite Arpat a pronunciarsi sul caso in questione delle emissioni di biossido di azoto e di monossido di carbonio. Poi il parere verrà inviato al ministero dell’ambiente "che a quel punto nella prima sessione utile potrà emettere un parere".
Come confermato dallo stesso sindaco Matteo Biffoni, che ha parlato col commissario straordinario dell’opera, il dirigente di Anas Eutimio Mucilli, siamo arrivati alle battute conclusive della Via. E nella prossima riunione della commissione tecnica verrà espresso un parere definitivo sull’interramento della declassata. Quale? Nessuno preferisce sbilanciarsi, ma la sensazione è che siano stati richiesti approfondimenti su approfondimenti per potere arrivare alla decisione con un quadro netto e definito sull’opera. Intanto l’opposizione non risparmia critiche all’amministrazione comunale sul progetto e sui ritardi nella realizzazione dell’opera.
"Siamo di fronte al libro dei sogni che ormai resterà tale – attacca Lafranceschina -. I problemi di viabilità che si trascinano da anni sulla declassata sono tutta colpa della volontà di portare avanti un’opera mastodontica che non verrà mai alla luce. Con un viadotto invece la viabilità era già a quattro corsie e non si deturpava il quartiere".
A difendere l’interramento è invece il capogruppo Pd, Marco Sapia. "Opere di questo tipo ne sono state fatte tante in Italia e in Europa – afferma –. Il Comune è sempre stato fiducioso di farcela. Ora speriamo di mettere la parola fine alla vicenda nel più breve tempo possibile".
Stefano De Biase