Danni per le aziende: "Ritardi e costi lievitati. Ora serve il progetto per la nuova viabilità"

Dopo 20 giorni di stop, il bilancio dei problemi legati al caos della 325. Santi: "Sui politici ha fatto più effetto la frana che le nostre richieste". Matteini Bresci: "Ogni giorno spesi 2500 euro per consegnare le merci" .

A venti giorni dalla frana sulla Sr 325 in località Le Coste, gli imprenditori tessili tracciano un primo bilancio dei danni patiti e dei disagi affrontati e ancora da affrontare. Le soluzioni proposte per ovviare al problema della mobilità delle merci con l’apertura delle ’finestre’ ha parzialmente risposto alle esigenze, ma non sono del tutto soddisfacenti. "La finestra per gli automezzi sopra 35 quintali agevola il transito, sebbene la situazione non sia del tutto soddisfacente si potrà definire accettabile quando sarà aperta la circolazione sulla 325 anche in un solo senso – afferma Matteo Santi di Beste – Le aziende della Valbisenzio hanno bisogno di una sicurezza, sia per la riapertura sia per una viabilità alternativa. Non possiamo stare col fiato sospeso ogni volta che piove un po’ di più con il timore che si possa verificare un’altra frana". La frana ha portato con sè conseguenze paventate dagli imprenditori e avverate: "Dobbiamo fare i conti con ritardi di produzione e con maggiori costi – prosegue Santi – La nostra industria ha fatto una brutta figura soprattutto con i clienti esteri: per esempio, in Inghilterra o Francia non si comprende come una frana non si possa risolvere a tempo debito per far riprendere il normale corso al lavoro". Santi riconosce l’impegno di politici e amministratori, con un’accezione: "Si deve distinguere la cura del malato dalla terapia per non riammalarsi". In sostanza: c’è da agire in emergenza, ma sempre con lo sguardo ad una soluzione che faccia davvero voltare pagina alla storia della Vallata, dei suoi abitanti e delle sue attività produttive.

In questi venti giorni "i ritardi non sono mancanti: per esempio dobbiamo scendere a Prato con le merci per il controllo tessuti. Prima il camion grande faceva tre viaggi al giorno e ora invece una volta sola... è inevitabile che ci siano ritardi. Con maggiore impegno da parte nostra per cui dobbiamo dividere la merce su più camion". Il bicchiere per Santi è mezzo pieno: "Tutto il male non viene per nuocere e sembra che abbia sortito più effetto la frana sui politici rispetto a quello che si è predicato noi imprenditori per anni, chiedendo una viabilità alternativa. Ora va definita la soluzione tecnica più appropriata per aprire il cantiere entro l’estate".

Per chi ha clienti in Nord Italia, l’impatto è stato mitigato grazie alla riapertura ancora più tempestiva della strada de La Pusignara: "La produzione destinata verso Biella non ha subito un grosso contraccolpo – dice Riccardo Matteini Bresci del Gruppo Colle – dal momento che i nostri camion partono dall’azienda di Usella. C’è da dire però che sono aumentate le spese vive giornaliere fino a 2.500 euro, il che significa che siamo già intorno ai 50mila euro. Dall’emergenza alla messa in sicurezza: ora si deve guardare al futuro con progetti realistici per una viabilità alternativa. Che cosa chiediamo alla politica? Un tempo l’industria dettava i tempi alla politica, oggi non è più così. Forse è cambiata la politica".

Sara Bessi