Da Enzo Coppini a Nanni Galli Di corsa sulle strade verso la Storia

I grandi ciclisti e piloti che hanno fatto conoscere Prato. E il Gran Premio industria e commercio che la esaltava

Da Enzo Coppini a Nanni Galli  Di corsa sulle strade verso la Storia

Da Enzo Coppini a Nanni Galli Di corsa sulle strade verso la Storia

di Roberto Baldi

Nella città in cui sudore e fatica si mescolavano all’odore dei frasami il ciclismo, sport proletario per eccellenza, è sempre stato cittadino onorario. "Chi te l’ha fatto fare?", domandammo a Enzo Coppini, una vita intera in bicicletta dopo aver combattutto 21 mesi in Russia e 9 in Jugoslavia, ritornando vivo dall’inferno bianco del nord (l’Italia era spaccata in due dalla linea del fronte) per avventurarsi poi in ben 5 giri d’Italia, giro di Francia e di Algeria, gran premio di Mostagamen. Si classificò primo fra 200 partecipanti, all’attivo 50 gare complessivamente vinte, il tempo di concedersi due splendide figlie, Valeria e Sandra.

"Vengo da una famiglia semplice e umile che mi ha addestrato al valore della fatica. Il ciclismo – disse Enzo in un momento in cui dismise il sorriso largo di sempre – è stato per me un lungo viaggio che mi ha insegnato a campare dopo le peripezie della guerra, salendo e scendendo dalle montagne e percorrendo strade tortuose dove la vita è un po’ incredula. Una mente arrabbiata non migliora le cose, una mente determinata le cambia da così a così". A tutela degli amanti delle due ruote nacque nel 1927 l’Associazione ciclistica pratese, di cui Enzo ha sempre fatto parte, distaccatasi dalla Società Ginnastica Etruria come organismo autonomo per stabilire la prima sede in via Magini. Poi l’organizzazione nel 1946 del primo "Gran Premio industria e commercio" quando la città diventava terra d’avventura per l’arrivo colorato della carovana ciclistica, la stabilizzazione della sede in via Garibaldi. Il 1946 fu anche l’anno dei trionfi con 33 vittorie professionisti. Memorabili i 16 anni in cui le sorti del sodalizio furono rette da Francesco Truscelli finché nel 1970 l’Associazione fu insignita dal Coni della stella d’argento al merito sportivo. I nominativi dei ciclisti illustri di allora: Eugenio Gestri, Mario Cipriani, Giulio Bresci, Nedo Logli, Giovanni Corrieri, Aldo Bini, Enzo Coppini, Renzo Soldani e Fiorenzo Magni che onorò il ciclismo nazionale ritornando nel 1941 all’A.C. Pratese di origine.

Accanto alle due ruote, il pratese ha sempre amato anche le quattro ruote. Velocità e rombo del motore fanno l’emozione, si diceva. Nel 1960 Prato fondò attraverso Corrado Chiani e un gruppo di amici la scuderia Santo Stefano, che ebbe come protagonisti assoluti Nanni Galli sulla Mini, una miriade di successi fino alla formula 1 e successivamente Rinaldo Drovandi da sempre legato al Motorsport come concessionario e poi come pilota ufficiale dell’Alfa Romeo, vincendo nel 1979 e 1981 il trofeo europeo. Nello stesso periodo 31 podi su 35 gare, tra cui quello più prestigioso della 24 ore di Spa e quello più prestigioso ancora vincendo le resistenze di Tiziana, l’amore di sempre. A mantenere vivi gli allori di allora anche le scuderie che ne seguirono: nel 1996 Ruote classiche club Prato per moto d’epoca e poi Arte auto che fonde in un’unica realtà valori storici legati alla cultura, all’automobile, alla città. Il più rappresentativo di tutti i piloti Nanni Galli, arrivato addirittura alla formula 1, di cui è visibile ancor oggi una targa, apposta al Passo della Futa da "Ruote classiche Prato", che celebra il suo record al circuito del Mugello con il tempo di 29’36’’, media di 134 kmh. Sul volto cupo della Futa, solitamente imbronciata, dove stazionano pigramente le nuvole di passaggio dagli Appennini verso l’Adriatico, il 28 ottobre 2015 fu giornata di sole, come ai tempi in cui Nanni Galli valicava il passo nel circuito del Mugello, sospinto dal tripudio dei sostenitori che già nella notte si erano assiepati con tende lungo le radure. Quattro anni dopo la targa, nella volata finale, si arrese serenamente alla precarietà dell’esistenza per andare incontro al Grande Forse.